Banche italiane perdite su derivati Otc a 32 miliardi

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Lo scandalo dei derivati finanziari che sta travolgendo Monte dei Paschi di Siena ha messo in allarme l’intero sistema bancario, dagli stessi istituti di credito alle autorità di vigilanza competenti

Lo scandalo dei derivati finanziari che sta travolgendo Monte dei Paschi di Siena ha messo in allarme l’intero sistema bancario, dagli stessi istituti di credito alle autorità di vigilanza competenti. A far paura non sono soltanto i classici prodotti strutturati, ma anche gli swap Otc. Si tratta di derivati over-the-counter, ovvero non regolamentati. Questi prodotti stanno creando non pochi grattacapi alle banche italiane, tanto che finora le perdite potenziali si attestano a 32 miliardi di euro. Si tratta di derivati che servono per proteggere le banche dal rischio cambio o tassi.

Quindi, questi swap di copertura sono simili ai Santorini o Alexandria di turno, che tanto stanno facendo parlare nell’ambito della vicenda Mps. In realtà, al 30 settembre 2012 sono 483 le banche italiane e straniere, che operano in Italia, interessate da queste operazioni in swap Otc. Rispetto al trimestre precedente, il valore di mercato (o mark-to-market) è sempre negativo e peggiorato di due miliardi di euro.

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Nei 32 miliardi di perdite potenziali ancora non si sa se sono stati registrati anche i derivati di Mps. Dipende se la banca senese ha stipulato gli swap in Italia e se li ha comunicati a Bankitalia entro settembre 2012. Nell’aggiornamento di Banca d’Italia, però, non vengono rivelati i nomi degli istituti di credito coinvolti in queste operazioni, né quando il mark-to-market è negativo né quando è positivo.

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Questi swap, però, non sono stati venduti a controparti bancarie, bensì anche a imprese, amministrazioni pubbliche e famiglie. Così al 30 settembre 2012 complessivamente le perdite potenziali in derivati ammontano a 80,18 miliardi di euro. Secondo gli esperti una maggiore trasparenza nel settore dei derivati eliminerebbe molti rischi.

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