Listini europei in cerca del riscatto

by Redazione Commenta

Male Tokyo e Wall Street. Quanto ai dati macro sono attese in Francia, Germania e zona euro le stime flash dei Pmi manifattura e servizi di agosto.

Durante la seconda seduta settimanale, l’avvio dei listini europei pare essere positivo. Un avvio, quello di oggi, caratterizzato dal fatto che l’intero ambiente aspetta con fiducia le parole che la presidente Fed Janet Yellen pronuncerà venerdì 26 agosto durante il suo intervento a Jackson Hole.

This picture taken on January 01, 2013 shows a EDF electricity bill with euros coins on in the western city of Rennes.  AFP PHOTO / DAMIEN MEYER        (Photo credit should read DAMIEN MEYER/AFP/Getty Images)

Quanto ai dati macro sono attese in Francia, Germania e zona euro le stime flash dei Pmi manifattura e servizi di agosto. Per la zona euro, il consenso degli economisti converge verso un indice relativo al comparto manifatturiero stabile a 52 dal mese precedente, invece per i servizi ci si attende un lievissimo calo a 52,8 da 52,9 di luglio. E’ infine previsto un lieve miglioramento della fiducia dei consumatori sempre in agosto con un indice a -7,6 dal -7,9 di luglio.

Sul fronte del primario, la Spagna offre oggi titoli di Stato a 3 e a 9 mesi, mentre domani la Germania metterà sul piatto Bobl a 5 anni per 4 miliardi di euro. Con l’annuncio di mercoledì sera a mercati chiusi dell’asta Bot a 6 mesiche avrà luogo lunedì prossimo, il Tesoro lancerà le prime indicazioni sulla tornata di collocamenti di fine mese. Giovedì sarà la volta delle comunicazioni delle aste a medio lungo che si terranno martedì 30.

Lo spread tra Btp e Bund tedesco a 10 anni è stabile a quota 120 punti con un rendimento dell’1,110%, l’euro vale 1,1332 dollari da 1,1315 della chiusura di ieri e sulla scia dell’analisi di Goldman Sachs, che mostra il perdurare di un eccesso di offerta sul mercato, i prezzi del greggio scendono. Lo studio indica anche che il rally dei prezzi visto in agosto è stato eccessivo.

Il Brent resta sempre sotto i 50 dollari a quota 48,81 dollari al barile (-0,65%) e il Wti si porta a 46,97 dollari al barile (-0,91%). A dominare è lo scetticismo su un prossimo accordo dei Paesi produttori che si incontreranno il mese prossimo per un congelamento della produzione, mentre l’offerta è in aumento con nuove quantità da Iraq e Nigeria.

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