Swisscom chiede rapido chiarimento per Fastweb

by Redazione 1

Nella giornata di ieri è stata diffusa la notizia dell'accusa di coinvolgimento in una truffa allo Stato per crediti Iva relativi a fittizie operazioni..

Nella giornata di ieri è stata diffusa la notizia dell’accusa di coinvolgimento in una truffa allo Stato per crediti Iva relativi a fittizie operazioni commerciali di rivendita di traffico telefonico tra società italiane ed estere mossa dalla Procura di Roma nei confronti di Fastweb e TI Sparkle, controllata di Telecom Italia.

La notizia ha avuto immediate ripercussioni in Borsa, a risentirne di più è stato senza dubbio il titolo Fastweb che ha registrato un calo del 7,5%, per l’operatore telefonico la Procura di Roma ha infatti disposto l’arresto di Scaglia e di altri ex manager, nonchè l’iscrizione nel registro degli indagati dell’amministratore delegato Parisi e di altri due manager.


Sia per Fastweb che per TI Sparkle è stato inoltre chiesto il commissariamento, per Fastweb è stato poi disposto il sequestro di crediti fiscali pari al credito Iva contestato, che ammonta a 38 milioni.


Stamane il titolo Fastweb continua a risentire della bufera giudiziaria, il calo però è più contenuto rispetto a ieri, si limita infatti ad una perdita del 6%, Telecom Italia ha registrato invece un calo dell’1% contro il 2,8% di ieri.

Swisscom ha dichiarato di aver preso atto delle accuse mosse dalle autorità italiane nei coinfronti della controllata Fastweb, inoltre entrambe le società si sono dette pronte a fornire il loro pieno sostegno alle autorità italiane per far si che la vicenda venga chiarita nel minor tempo possibile.

Nel 2007 quando Swisscom ha acquisito Fastweb era a conoscenza del fatto che era in corso un procedimento a carico dell’operatore telefonico, per questo aveva disposto delle perizie dalle quali era emersa la leicità delle operazioni contestate a Fastweb, succesivamente però l’indagine ha avuto degli sviluppi del tutto inaspettati, tra questi l’emissione di ordini di custodia cautelare nei confronti di 56 persone e l’aggiunta dell’accusa di reciclaggio di denaro a quella di frode all’Iva.

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