Aumento di capitale Unicredit molto probabile

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Oggi in borsa l’attenzione è rivolta sopratutto al titolo di Unicredit, al centro di molte voci che parlano di un imminente annuncio di un aumento di capitale da 4 miliardi di euro. Secondo le prime indiscrezioni le Fondazioni azioniste sarebbero già pronte ad iniziare il lavoro per la ricapitalizzazione del gruppo, l’unica richiesta è quella di avere un dividendo pagato il prossimo anno in contanti. In questo momento il titolo di Piazza Cordusio in borsa lascia sul campo lo 0,78% a quota 2,53 euro per azione.

L’aumento di capitale potrebbe essere messo in pratica già all’inizio dell’anno prossimo, e già cinque banche sarebbero al lavoro per portare avanti al meglio tale progetto.

La Fed spinge al ribasso Wall Street

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Giornata di borsa quella di ieri influenzata dalla decisione della Federal Reserve di lasciare i tassi di interesse al minimo storico tra lo 0 e lo 0,25%, ma nonostante questa notizia positiva ed un avvio deciso dei principali listini statunitensi, la giornata a Wall Street si è chiusa in terreno negativo.

A Wall Street l’indice Dow Jones ha chiuso le contrattazioni lasciando sul campo lo 0,83%, il Nasdaq ha perso lo 0,69% mentre l’S&P ha ceduto lo 0,81%. A trainare al ribasso i listini sono stati in particolar modo i titoli del settore energetico e le materie prime.

Gazprom completa l’acquisizione di SeverEnergia

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E’ stata completata oggi l’acquisizione da parte di Gazprom del 51% del capitale di SeverEnergia da Eni ed Enel, operazione che prevede da parte di Gazprom il versamento di un corripettivo di 1,6 miliardi di dollari.

La notizia è stata diffusa attraverso un comunicato in cui viene specificato che 626,5 milioni di dollari dell’esborso totale sono di competenza di Enel. Gazprom ha già versato la prima quota di 384 milioni di dollari, cifra di cui Enel ha incassato 153,5 milioni, mentre la seconda parte del corripettivo verrà versata entro marzo 2010.

Cgia, aumentano le garanzie richieste dalle banche

soldi

Dopo che la Commissione europea ha classificato le banche italiane come le più care di tutta Europa arriva il secondo allarme, questa volta da parte della Cgia di Mestre che ha rilevato un aumento nella richiesta di garanzie da parte delle banche alle famiglie e alle imprese, un qualcosa che contribuisce a rallentare la cessione del credito e che risulta dannoso per l’economia in generale.

Questa è una circostanza che è stata rilevata in tutta italia anche se in maniera più significativa nel Mezzogiorno, basti pensare che nella perta meridionale della penisola per ogni 100 euro di prestiti erogati dalle banche sono richiesti più di 40 euro di garanzia.

Indice Pmi servizi in crescita nell’Eurozona

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Da un sondaggio elaborato da Markit è emerso che nel corso del mese di settembre le piccole e medie imprese dell’Eurozona che operano nel settore dei servizi hanno registrato un’espansione per la prima volta in 16 mesi, mentre la produzione manifatturiera è aumentata per il secondo mese consecutivo.

Il sondaggio condotto da Markit intervistando 2000 imprese, in particolare, ha mostrato che l’indice Pmi servizi è salito a 50,6, raggiungendo così il livello più alto da maggio 2008. L’aspetto più clamoroso, tuttavia, è che si tratta di un risultato superiore alle attese, che parlavano di un indice pari a 50,5, e che rispetto al 49,9 di agosto è riuscito a superare la barriera dei 50 punti che divide le fasi di contrazione e di espansione dell’economia.

Mutuo Opzione Due di BNL

mutuo opzione due

Mutuo Opzione Due di BNL è un mutuo che consente al cliente di personalizzare di volta in volta il tasso di interesse applicato al rimborso.

Attraverso questa tipologia di mutuo, in particolare, viene applicato un tasso fisso per due anni, dopodichè sarà il cliente stesso a decidere se proseguire sempre con il tasso fisso o se, al contrario, cambiare il piano di rimborso applicando il tasso variabile. In questo modo, quindi, il cliente può scegliere il tipo di tasso in relazione alle sue esigenze e all’andamento dei mercati finanziari.

Aumento di capitale Tiscali

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Era nell’aria da qualche giorno, ma è di oggi la notizia che vedrebbe l’azienda Tiscali alle prese con l’aumento di capitale attraverso la richiesta inoltrata alla CONSOB.

Negli ultimi 10 giorni il titolo di Tiscali ha avuto un aumento di circa 60 centesimi di euro portandosi oggi a 3,80 euro per azione in apertura.

Ricapitalizzazione da 4 miliardi per Unicredit?

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Ieri si è tenuto il comitato strategico di Unicredit, dove l’amministratore delegato Alessandro Profumo ha illustrato ai maggiori azionisti del gruppo quelle che sono le opzione per l’immediato futuro.

Con l’aiuto del presidente Dieter Rampl, sono state proposte varie misure, per un totale di 4 miliardi di euro, per aumentare la solidità patrimoniale di Unicredit. Le opzioni più plausibili però sembrano essere due: la prima prevede Tremonti Bond e aiuti di Stato dall’Austria, mentre la seconda prevede una ricapitalizzazione del gruppo.

Euro sempre più forte sul dollaro, oro e petrolio tornano a livelli alti

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Continua inarrestabile l’ascesa dell’euro nei confronti del dollaro, che ieri ha toccato i massimi dell’anno a quota 1,4822, solamente qualche presa di beneficio al termine della giornata di borsa ha riportato il valore un po’ più in basso, a 1,4802.

Uno degli aspetti fondamentali da tener presente è l’incontro previsto a breve della Fomc, la Federal Open Market Committee (ossia il Comitato federale del mercato libero), che questa sera annuncerà la decisione presa per quanto riguarda la politica monetaria della banca centrale Usa, anche se va detto che il mercato non si attende un imminente aumento dei tassi di interesse.

Le banche italiane sono le più care d’Europa

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In base ad uno studio condotto dalla Commissione europea è emerso che le banche italiane sono le più care di tutta Europa, soprattutto per quanto riguarda i conti correnti per i quali l’Italia ha i costi di gestione in assoluto più elevati.

Dalla ricerca, in particolare, è emerso che un cittadino privato per la gestione del proprio conto corrente spende in media in un anno in Belgio circa 58 euro, in Irlanda 82 euro, in Germania di 89 euro, in Gran Bretagna 103 euro, in Francia 154 euro mentre in Italia ben 253 euro.

Risanamento, rinviata la decisione sul fallimento

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La decisione relativa all’istanza fallimentare di Risanamento è stata rinviata dal Tribunale fallimentare di Milano al prossimo 15 ottobre, quando verrà presa una decisione sia sull’istanza di fallimento che sul tema della procedibilità dell’istanza stessa. L’annuncio è stato dato dai Pm Laura Pedio e Roberto Pellicano che hanno provveduto ad informare i giornalisti al termine dell’udienza di oggi.

A seguito del rinvio dell’udienza, quindi, la società ha tempo fino al 6 ottobre per presentare una propria memoria aggiuntiva e su cui la Procura potrà eventualmente rispondere entro il 12 dello stesso mese.

Previsioni di Saipem, Saras ed Erg

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Arrivano oggi le analisi dei vari istituti finanziari del mondo su alcuni titoli petroliferi italiani.

E’ chiaro che le quotazioni dei titoli petroliferi rispecchiano l’andamento del prezzo al barile del greggio ed infatti oggi che il prezzo per un barile di petrolio è nell’intorno dei 70 dollari al barile, nel giro di un anno potrebbe raggiungere gli 82 dollari al barile.

Royal Bank of Scotland ha deciso di motificare il proprio target price nei confronti del titolo di Saipem portandolo a 22,5 euro ad azione aumentando così di 7,7 euro ad azione.

Migliorano le stime del Pil italiano 2009, finanziaria 2010 da 3 miliardi

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E’ stata rilasciata la Relazione Previsionale e Programmatica e i dati che ne emergono sono molto migliori delle previsioni: infatti il Pil italiano quest’anno segnerà una perdita del 4,8%, contro le precedenti analisi che parlavano di una contrazione del 5,2%.

Il prossimo anno invece si registrerà una crescita dello 0,7% contro lo 0,5% previsto dal Dpef, il rapporto deficit/Pil nel 2009 si attesterà al 5,3%, al 5% nel 2010. Il dato, al netto delle correzioni per il ciclo, è del 3,3% nel 2009 e del 2,8% nel 2010.

Per quanto riguarda invece il debito è segnalato al 115,1% del Pil nel 2009 (il Dpef prevedeva 155,3%), al 117,3% nel 2010 (Dpef 118,2%), nel 2011 debito al 116,9% del Pil (contro il 118%) e nel 2012 al 115,1% (rispetto al 116,5%).

Magna taglia 11.000 posti di lavoro in Opel

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Il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung ha rivelato che Magna, l’azienda che nelle lotta con Rhj è riuscita ad aggiudicarsi il controllo di Opel, ha intenzione di ridurre i costi tagliando ben 11.000 posti di lavoro in Europa su un totale di 45.730, di cui oltre 4.000 solo in Germania, 3.300 nelle linee produttive e 800 nell’amministrazione. In Germania attualmente le persone che lavorano in Opel sono complessivamente 24.700.

Tra i piani di Magna, inoltre, rientra anche la chiusura dell’impianto di Antwerp in Belgio che comporterà il licenziamento di 2.517 lavoratori. Altri 2.090 posti saranno persi in Spagna, 1.373 nell’impianto britannico della Vauxhall e 437 posti in Polonia.