Prezzo petrolio: perché è difficile fare previsioni

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 Il prezzo del petrolio è difficile da prevedere. Fortemente condizionato da fattori geopolitici e particolarmente sensibile agli shock in termini di domanda e offerta, stimarne l’andamento muovendo da formule e modelli particolarmente complessi, rischia di tradursi in un esercizio…senza speranza. Nessuno nei primi anni 1970 avrebbero predetto che il prezzo del petrolio si sarebbe quadruplicato entro la fine del decennio o che, a metà degli anni ’80, si sarebbe assistito ad un crollo.Basti ricordare come circa quarant’anni fa, le interruzioni delle forniture di petrolio che seguirono alla nazionalizzazione delle industrie del petrolio da parte dei paesi produttori del Medio Oriente e alla formazione del cartello dell’OPEC (che quadruplicò i prezzi mondiali di petrolio), riuscirono a destabilizzare l’economia mondiale per un decennio. E ancora, come la grande crisi finanziaria scoppiata nel 2008, spinse i prezzi del petrolio al di sotto dei 50 dollari nel corso dell’anno successivo. Il prezzo dell’oro nero, nonostante alcuni tiepidi recuperi nelle economie avanzate,ha continuato ad oscillare intorno ai 100 dollari dal 2011. 

 

Un ulteriore e significativo aspetto è rappresentato dalla tecnologia: progressi e innovazioni in questo settore, possono consentire l’estrazione di petrolio e gas da giacimenti più piccoli (e per questo ritenuti poco produttivi e antieconomici) e da una maggiore profondità. Proprio lo sviluppo di una nuova tecnica estrattiva per ottenere il petrolio e il gas di scisto bituminoso (chiamata fracking) ha invertito un lungo trend negativo in Nord America. Salutata come una mossa per raggiungere l’indipendenza energetica della regione e considerata un passo importante nella riduzione del deficit commerciale degli Stati Uniti, questa nuova tecnologia rappresenta oggi un fattore dominante nella crescita delle forniture mondiali, con evidenti ripercussioni sul prezzo del petrolio.

Sul lungo periodo, l’andamento dei prezzi del petrolio sembra principalmente correlato a due aspetti: da una parte la crescita della domanda nelle economie emergenti e, dall’altra, la rapida diffusione dei giacimenti di petrolio scisti in tutto il mondo. L’instabilità politica  e le dinamiche internazionali giocano un ruolo chiave nel breve termine: in Iran, la produzione di petrolio è in contrazione presumibilmente a causa dell’embargo imposto, mentre in Iraq il rischio che possa presto scoppiare una guerra civile sta destando nuove preoccupazioni.

L’andamento del prezzo del petrolio ha evidenti ripercussioni su ogni altro ambito economico, a livello macro e micro: dagli impianti industriali al cibo che mangiamo, tutto ruota intorno all’oro nero. Gli analisti sono chiamati ad affrontare un compito ingrato. Le loro stime, sebbene strettamente e attentamente monitorate, non possono che rivelarsi spesso inesatte.

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