Isvap accusata dal governo

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Il governo italiano ha messo nel mirino l’Isvap, ovvero l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, che è finita sotto accusa e divisa al suo interno

 Il governo italiano ha messo nel mirino l’Isvap, ovvero l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, che è finita sotto accusa e divisa al suo interno. Ritorna così lo stesso clima che si respirava sette anni fa, cioè quando toccò alla Banca d’Italia essere accusata per la vicenda legata alla Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani. Allora ci furono le dimissioni di Antonio Fazio da numero uno di Palazzo Koch e il trasferimento all’Antitrust delle competenze sulla concorrenza nel credito, che fino a quella momento erano esercitate in autonomia.

Il governo si prepara a cambiare i vertici dell’Isvap, che comunque sono in scadenza, e a ridurre le competenze. Dopo il caso Bankitalia nel 2005, ora è la volta dell’istituto di vigilanza sul settore assicurativo italiano. Allo studio c’è già un progetto per lo “spacchettamento” delle sue attribuzioni, sperandole tra Banca d’Italia (per ciò che concerne la stabilità) e Consob (in tema di trasparenza). L’ipotesi dovrebbe essere già presentata nella riunione di lunedì dell’Esecutivo.

â–º VIA LIBERA ANTITRUST E ISVAP A UNIPOL-FONSAI

Da valutare la posizione del Cav. Giancarlo Giannini, attuale presidente dell’Isvap ma in scadenza di mandato. L’Isvap è stata criticata molto dal governo per la gestione troppo accomodante del dossier Fondiaria, che mette in luce diverse analogie con il caso Fazio-Fiorani di sette anni fa. La critica mossa all’istituto di vigilanza è quella di aver cominciato a occuparsi della vicenda FonSai solo quando la crisi della compagnia assicurativa è peggiorata pericolosamente.

â–º CONTESTAZIONE ISVAP SU FONDIARIA-SAI

Le divisioni interne si sono accentuate con l’istruttoria per autorizzare l’integrazione tra Unipol e FonSai. Nei giorni scorsi il matrimonio tra i due gruppi è stato approvato senza che ci fosse la firma di Giovanni Cucinotta, responsabile della divisione Vigilanza 1. La notizia non ha fatto altro che aumentare le polemiche sulla gestione di questo dossier.

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