Borse europee, chiusura su terreno negativo

by Redazione Commenta

Al ribasso anche Wall Street. il Pil degli Usa è cresciuto dello 0,5% nel primo trimestre del 2016, meno delle previsioni (+0,7%) e soprattutto in frenata dal precedente +1,4%.

Chiusura di settimana negativa per le Borse europee, questa volta dall’andamento in rialzo del petrolio, mentre il dollaro tratta ai minimi da quasi un anno in scia alla crescita statunitense meno rapida del previsto.

Borse europee

Ieri è venuto che il Pil degli Usa è cresciuto dello 0,5% nel primo trimestre del 2016, meno delle previsioni (+0,7%) e soprattutto in frenata dal precedente +1,4%. Un rallentamento, legato molto alla dinamica delle esportazioni e quindi al contesto globale, che però fa scendere le possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed nel corso della riunione del prossimo giugno. Milanopeggiora nel finale a e chiude con un ribasso dell’1,98%, Londra arretra dello 0,5%, mentre Francoforte tratta a -2% e Parigi a -2,2%. A Piazza Affari si guarda all’Eni, che nel primo trimestre del 2016 ha registrato una perdita netta complessiva pari a 0,79 miliardi di euro, contro l’utile di 0,83 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. In calo anche Cnh, dopo la trimestrale con 513 milioni di dollari di perdita netta. Sempre sotto osservazione il comparto bancario, nel giorno della presentazione del Fondo Atlante e della chiusura dell’aumento della Popolare di Vicenza.

Tratta negativa anche Wall Street: alla chiusura delle Borse europee l’indice Dow Jones perde lo 0,75%, lo S&P500 arretra dello 0,65% e il Nasdaq lima un punto percentuale. Continua il momento difficile di Apple: a Cupertino si registra l’uscita di scena del miliardario Carl Icahn, che ha venduto il suo pacchetto di quote.

Questo quadro indebolisce il biglietto verde, che secondo le fonti stampa tratta ai minimi da 11 mesi contro un paniere di dieci monete concorrenti. Il calo del dollaro spinge invece le materie prime: il petrolio ha acquistato un quinto del valore (+20%) dalla fine di marzo, mentre oro e argento sono ai massimi da quindici mesi.

 

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