Possibile taglio rating Italia secondo S&P

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Nel caso in cui la crisi del debito sovrano e più nel dettaglio il rallentamento economico iniziato durante la scorsa estate dovessero avere...

Nel caso in cui la crisi del debito sovrano e più nel dettaglio il rallentamento economico iniziato durante la scorsa estate dovessero provocare dei gravi danni sull’intero sistema economico europeo, è probabile che per l’Italia ci sarebbero delle pesanti conseguenze.

Tra queste l’agenzia di rating Standard & Poor’s cita un possibile taglio del rating di ben due livelli a danno del Bel Paese.


Per quanto riguarda gli altri paesi europei si ipotizza la perdita del rating a tripla A da parte della Francia, il rating del Portogallo sarebbe portato a BB da BBB e quello della Spagna a A+ da AA-, mentre rimarrebbe invariato quello della Germania (leggi “Scala rating Standard & Poor’s“)

RATING ITALIA TAGLIATO DA MOODY’S

Le conclusioni a cui sono giunti gli analisti di Standard & Poor’s si basano su uno studio che ha come ipotesi due scenari pessimisti in merito all’evoluzione della situazione di crisi in Europa. Tali ipotesi, ha precisato l’agenzia, prevedono degli scenari di stress piuttosto improbabili, ma che rappresentano comunque due possibili evoluzioni dell’attuale situazione. Il primo di questi prevede sostanzialmente una ricaduta dell’Europa nella crisi che si manifesta con una recessione a W, mentre il secondo, considerato più grave e preoccupante, prevede una crisi dei tassi di interesse dal 2011 al 2014.

CRISI PEGGIORE DEL POST-LEHMAN

Se dovesse verificarsi il secondo scenario si stima che ben 21 delle 47 banche dell’Europa occidentale considerate da Standard & Poor’s avrebbero bisogno di una ricapitalizzazione, per un ammontare complessivo di circa 78 miliardi nella migliore delle ipotesi e di circa 91 miliardi di euro nella peggiore delle ipotesi.

Questo significa che in uno scenario del genere le capacità di prestito dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale verrebbero superate per un ammontare di 287 miliardi di euro.

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