Le prossime mosse di Mps e Carige

by Redazione Commenta

I due istituti italiani bocciati agli stress test aspettano soci 'generosi' per risalire la china e intanto, a seguito delle voci di corridoio degli ultimi giorni, avanzano in Borsa.

In attesa che arrivino azionisti di peso a far parte del Board di amministrazione, le voci di corridoio aumentano ed Mps e Carige provano a risalire la china partendo dalla Borsa.

L’istituto di Rocca Salimbeni, ha iniziato molto bene la seduta odierna a Piazza Affari ed è arrivato a guadagnare circa quota 0,7 euro. Hanno pesato, in mattinata, le dichiarazioni dell’amministratore delegato Fabrizio Viola, nel corso di un convegno su governance e compliance.

La mancanza di un investitore strategico rende difficile la condivisione di un percorso con un orizzonte più lungo. Tale assenza, secondo Viola, costituisce un limite al progetto di riassetto dell’istituto che invece richiederebbe investitori che abbiano una view non solo da qua a un anno, ma che abbiano un orizzonte temporale per vedere la trasformazione.

Per quanto riguarda Banca Carige e il suo titolo in Borsa, le cose vanno meglio in quanto all’orizzonte ci sarebbero grossi investitori. In merito, la stampa spagnola non ha dubbi. Le piste riconducono tutte al Banco Santander.

Da parte del potente istituto spagnolo ci sarebbe l’interesse per entrambe le banche italiane bocciate agli stress test. Gli strategisti ritengono che le prime valutazioni riguardino il gruppo ligure anche se, durante la presentazione dei conti trimestrali, il consiglio di amministrazione spagnolo si è limitato a smentire contatti per un’operazione su Mps, mentre non ha in alcun modo commentato ipotesi di un intervento in Liguria presso Carige.

Intanto, come accennato da tempo, Carige ha annunciato il progetto di capital increase che dovrebbe attestarsi tra i 500 e i 650 milioni al fine di soddisfare il gap di 814 milioni evintosi dagli stress test promossi dalla Bce. Nella giornata di venerdì Carige ha escluso per il momento ipotesi di un’aggregazione con altri istituti in quanto richiederebbero tempi di esecuzione non compatibili con quelli previsti dalla Bce per il rafforzamento patrimoniale.

 

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