Un netto passo in avanti, da tradurre in significativi cambiamenti sul fronte dei mercati e in particolar modo nel comparto del credito. E’ arrivato l’ok – almeno quello formale – alla fusione tra Bpm e Banco Popolare. Finalmente, oseremmo dire.

Un netto passo in avanti, da tradurre in significativi cambiamenti sul fronte dei mercati e in particolar modo nel comparto del credito. E’ arrivato l’ok – almeno quello formale – alla fusione tra Bpm e Banco Popolare. Finalmente, oseremmo dire.

E’ pari a un miliardo il capital increase del Banco Popolare in vista del matrimonio con la Banca Popolare di Milano, operazione fortemente paventata dalla Bce che ha anche spinto per il rafforzamento patrimoniale prima di arrivare alla fusione.

Torna la bufera in casa Banca Popolare di Milano (Bpm), dopo circa un anno e mezzo di “normalità †dopo gli scandali della precedente gestione che avevano costretto la popolare milanese a dare il via a una profonda ristrutturazione per evitare il tracollo. Negli ultimi giorni, però, ai vertici della banca è tornata a salire alta la tensione. Filippo Annunziata, presidente del Consiglio di sorveglianza dell’istituto di credito di Piazza Meda, ha rassegnato le dimissioni accompagnando la sua decisione con una una dura lettera.