
Profumo ha cercato fino all’ultimo di rimanere riponendo le sue speranze nella fiducia del consiglio, dove però l’unico voto favorevole è stato quello del consigliere indipendente Lucrezia Reichlin. Al termine della riunione, durata oltre quattro ore, il consiglio di amministrazione ha proposto a Profumo una risoluzione consensuale chiedendogli una risposta entro mezzanotte.
Ed è stato proprio a quell’ora che Profumo è rientrato in banca per ufficializzare la sua uscita di scena. In questo periodo di transizione, dunque, i compiti dell’amministratore delegato verranno svolti dal presidente, tuttavia i soci vogliono che sia individuato un successore entro il più breve tempo possibile.
E’ per questo che a pochissime ore dall’annuncio ufficiale sono già iniziati a circolare i nomi dei possibili successori di Profumo. Tra questi troviamo Gianpiero Auletta Armenise, già alla guida di Ubi Banca, Matteo Arpe, ex numero uno di Capitalia ora a Banca Profilo, Enrico Tommasso Cucchiani, numero uno di Allianz Italia, e Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca.
A causare l’uscita di scena di Profumo sono state le crescenti tensioni con i soci italiani e con il presidente dell’istituto per via della presenza nell’azionariato degli investitori libici, ossia la Central Bank of Libya con il 4,988% e Libyan Investment Authority con il 2,594%. I dissapori sono iniziati ad inizio settembre e anziché attenuarsi sono diventati sempre più preoccupanti, fino alla decisione estrema di escludere Profumo dalla governance della banca.
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