Economist, Exor vuole passare dal 5 al 20%

by Redazione Commenta

La holding torinese entra nella trattativa dopo l'annuncio di Pearson di voler cedere il 50% del capitale del quotidiano britannico.

Exor sta negoziando con Pearson per portare a casa una importante fetta di azioni dell’Economist. A seguito delle voci, sempre smentite, degli ultimi giorni, ora arriva anche la conferma con una nota della holding di proprietà della famiglia Agnelli.

La finanziaria, già oggi proprietaria del 5 per cento del settimanale economico inglese, ha avviato le operazioni con i legali di Pearson per rilevare una parte del pacchetto del 50 per cento dell’Economist che il magnate ha deciso di mettere in vendita dopo aver ceduto nei giorni scorsi la proprietà del Financial Times.

In ogni caso la quota alla quale Exor punta dovrebbe essere una quota di minoranza anche per evitare che, dopo l’uscita di scena di Pearson, il settimanale possa avere un controllore con la maggioranza. Al termine della trattativa, la finanziaria guidata da John Elkann avrà sempre una quota di minoranza relativa, come si legge nel comunicato, ma nettamente superiore all’attuale 5 per cento.

Tutto ruota attorno all’editrice Pearson e a due mostri sacri del giornalismo finanziario come Financial Times ed Economist. Durante i giorni scorsi, Pearson ha ceduto il quotidiano color salmone al gruppo nipponico Nikkei, dopo una sfilza di voci che vedevano in trattativa i tedeschi di Axel Springer, ma anche Bloomberg e Thomson Reuters. Concluso quel passaggio, che rientra nel piano di Pearson di concentrarsi sull’editoria scolastica e scientifica di cui è leader, ora c’è un altro nodo da affrontare. Pearson controlla infatti il 50% dell’Economist, proprio attraverso il Ft. Quel pacchetto non è però rientrato nell’affare miliardario con il Nikkei.

Stando a Reuters, la quota potrebbe valere più di 300 milioni di sterline (circa 420 milioni di euro). Anche Politico ha riportato la notizia dell’editrice in trattative per dismettere la quota, arrivando a registrare la cifra di 500 milioni di sterline (oltre 700 milioni di euro).

 

 

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