Azioni italiane più esposte al rischio-Egitto

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I disordini sociali e politici in corso in Egitto stanno creando grande appensione sui mercati finanziari, essendo il paese nordafricano uno snodo fondamentale per le forniture di greggio attraverso il Canale di Suez

 I disordini sociali e politici in corso in Egitto stanno creando grande appensione sui mercati finanziari, essendo il paese nordafricano uno snodo fondamentale per le forniture di greggio attraverso il Canale di Suez. Inoltre, inel paese sono insediate numerose aziende estere che hanno investito ingenti capitali sul mercato domestico. Il presidente Mohammed Morsi è stato destituito dopo un golpe militare e ora il paese va verso un governo provvisorio. Molte aziende italiane hanno importanti affari in Egitto, per cui le azioni quotate in borsa potrebbero subire pesanti ripercussioni.

Flavio Zanonato, ministro per lo Sviluppo Economico, ha dichiarato che “le nostre grandi imprese, come Eni, Enel, Caltagirone e Intesa Sanpaolo, hanno una presenza importante in Egitto e non c’è motivo per interrompere il rapporto”, nonostante il forte aumento del rischio-paese, come testimoniato anche dai declassamenti delle agenzie di rating. Zanonato ricorda che l’Italia è il primo paese europeo e il terzo nel mondo come presenza in Egitto, con ben 6 miliardi di euro di interscambio.

Intanto Kepler Cheuvreux ha compilato una lista di tre società italiane quotate in borsa maggiormente esposte al rischio-Egitto. Si tratta di Italcementi, Cementir e Pirelli. Per quanto riguarda Italcementi, sul quale viene fissato un giudizio “reduce” con target price a 3,5 euro, l’Egitto conta per il 13,6% del giro d’affari della società e per il 22,6% sull’ebitda.

â–º PIRELLI VERSO PUBLIC COMPANY CON FOCUS SULL’INDUSTRIA

Per Cementir il paese nordafricano ha un peso del 5,5% sul fatturato e del 13% sull’ebitda. Il broker francese assegna un giudizio “hold” con target price a 1,7 euro. Infine, c’è Pirelli, sul quale viene indicato un rating “hold”. L’area Medio Oriente/Africa ha un peso del 9% sul fatturato del gruppo della Bicocca, che ha un importante impianto di produzione ad Alessandria d’Egitto.

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