La società Aeroporti di Roma (Adr) è tornata alla carica con il governo per chiedere l’aumento delle tariffe nell’ambito del cosiddetto contratto di programma. Secondo i vertici della società controllata da Gemina e i Benetton, senza l’aumento tariffario non sarà possibile procedere con gli investimenti da 12 miliardi di euro necessari per raddoppiare lo scalo di Fiumicino entro il 2044. Fino ad allora il piano resterà irrimediabilmente bloccato.
Il rischio è di ritrovarsi presto in un vero e proprio caos totale, come è possibile osservare allo scalo Leonardo da Vinci, ormai saturo per l’elevato traffico passeggeri. Fabrizio Palenzona, presidente di Adr, appena confermato presidente dell’Assaeroporti, ha dichiarato che “se l’aeroporto non si potenzia non sarà in grado di far fronte al sempre più importante aumento del traffico: è da quasi un biennio che lo scalo lavora per oltre 40 giorni l’anno in sofferenzaâ€.
Sono stati fermati anche i lavori nel molo C, ultima opera della quale 4 anni fa fu posata la prima pietra con tanto di cerimonia inaugurale. Secondo Palenzona “l’approvazione entro il 31 dicembre 2012 del contratto di programma è un requisito per rendere possibile il finanziamento dell’intero progetto, ma anche per la prosecuzione dell’opera attualmente in fase di esecuzione, che consentirebbe di incrementare, mediante un investimento di circa 300 milioni, la capacità annua di Fiumicino di 5 milioni di passeggeri entro il 2016â€.
Adr punta ad aumentare il numero dei passeggeri dello scalo capitolino a 100 milioni l’anno dagli attuali 35 milioni. La società , però, lamenta che le tariffe sono ferme dal 2000 e del 95% inferiori alla emdia europea, ovvero 16 euro per passggero rispetto a 31 euro. La richiesta di Adr è per un aumento di almeno 9 euro a passeggero.