Malacalza vuole il 13% di Camfin per i patti non rispettati

by Redazione Commenta

E’ ancora scontro in Camfin tra i Malacalza e Marco Tronchetti Provera, che è alla guida del board della roccaforte della galassia Pirelli. La famiglia genovese è uscita allo scoperto, chiedendo la separazione da Tronchetti ma soprattutto il 13% di Camfin

E’ ancora scontro in Camfin tra i Malacalza e Marco Tronchetti Provera, che è alla guida del board della roccaforte della galassia Pirelli. La famiglia genovese è uscita allo scoperto, chiedendo la separazione da Tronchetti ma soprattutto il 13% di Camfin per il mancato rispetto dei patti parasociali nella holding Gpi. Infatti, i Malacalza hanno chiesto l’esecuzione dell’accordo quadro stipulato il 25 giugno 2010, che prevede il trasferimento di un compendio patrimoniale di Gpi (attivo e passivo) proporzionale alla quota detenuta da Malacalza Investimenti nella stessa Gpi.

Malacalza Investimenti controlla direttamente il 12,1% di Camfin e il 31% circa di Gpi. Quest’ultima a sua volta controlla il 42% di Camfin. Non si è fatta attendere la risposta dalla Bicocca. Secondo Tronchetti le richieste dei Malacalza non troveranno accoglimento in sede arbitrale. In un comunicato della Marco Tronchetti Provera & C Sapa e della Gpi, il numero uno della holding della Bicocca ha sottolineato che i patti contestati dai Malacalza sono stati rispettati.

Secondo Tronchetti, le richieste sono “pretestuose e infondate” e i presupposti per attivare la scissione sono completamente “insussistenti”. Tronchetti apre all’arbitrato. Infatti, nel comunicato si legge che le pretese dei Malacalza “non potranno trovare accoglimento nella apposita sede arbitrale prevista dagli accordi in essere con la stessa Malacalza Investimenti”.

La battaglia Malacalza-Tronchetti dura ormai da qualche mese. Il pomo della discordia sono sempre le modalità di rimborso del debito Camfin, che entro fine anno dovrà restituire alle banche finanziatrici ben 132,4 milioni di euro. I Malacalza volevano procedere con l’aumento di capitale, mentre il board Camfin ha optato per l’emessione di un bond convertibile in azioni Pirelli fuori patto.

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