I dati che riguardano l’indice DAXglobal Nuclear Energy sono stati fino a un certo punto positivi. Nel corso degli ultimi cinque anni è salito del 136%, al netto del reinvestimento dei dividendi e dell’effetto valuta, contro il 56% del S&P Global Utilities. Nel corso della prima metà del 2007 ha invece subito una battuta d’arresto, facendo segnare un segno negativo del 17% (quando quello delle utilities si era invece fermato al -4%). Sulle performance negative di quel periodo hanno sicuramente pesato i due incidenti (fortunatamente di poco conto) avvenuti in Germania a giugno 2007 e la decisione di vendere i titoli più rischiosi e che negli ultimi anni avevano fatto registrare i record più significativi da parte degli investitori internazionali.
Oggi il dibattito tra favorevoli e contrari è tornato in auge. In questo senso è significativa l’azione del nuovo governo italiano che spinge nella direzione dell’apertura di nuove centrali, spinta ancor più significativa se si considera la crisi dovuta al petrolio e alla necessità della ricerca di nuove risorse energetiche. Investire nell’atomo potrebbe dare oggi ottimi risultati se osservati nell’orizzonte del medio/lungo periodo.
Antonio Consoli