Secondo Jim O’Neil, numero uno di Goldman Sachs Asset Manageement, Barack Obama è stato rieletto presidente degli Stati Uniti d’America perché il suo sfidante Mitt Romney voleva cambiare drasticamente l’attuale politica monetaria ultra-espansiva della FED, così “alla fine gli americani hanno scelto il male minoreâ€, nonostante molti professionisti e uomoni d’affari erano favorevoli al programma del candidato repubblicano Mitt Romney. Insomma, secondo il guru di Goldman Sachs i motivi principali della sconfitta di Romney sono riconducibili alle “posizioni molto critiche e aggressive nei confronti della FED e dell’attuale politica monetariaâ€.
O’Neil spera che il Congresso e il governo alla fine riescano a trovare una soluzione al fiscal cliff, che altrimenti provocherebbe un crollo dell’economia americana, attualmente in leggera ripresa e sulla giusta direzione. Secondo l’esperto la FED non dovrebbe poi preoccuparsi troppo del mini-dollaro, in quanto non appena la politica monetaria porterà al raggiungimento degli obiettivi prefissati anche il biglietto verde tornerà a rafforzarsi sui mercati internazionali.
Il numero uno di Goldman Sachs Am ritiene che l’eccessivo rigore fiscale nelle principali aree economiche del pianeta sia “una procedura da pazziâ€. Essere troppo ostinati a perseguire politiche di austerità può provocare più danni che benefici. Secondo O’Neil, se il Congresso approverà maggiori stimoli fiscali l’economia americana potrebbe crescere a ritmi ben superiori di quelli attuali, anche sopra il 3%.
Secondo O’Neil i mercati non guarderanno tanto alla crisi europea, dove Draghi ha fatto già tanto dall’inizio del suo mandato, bensì alla Cina, che sta affrontando un cambiamento enorme. Secondo l’esperto, “il congresso cinese è molto più importante per il futuro del mondo di qualsiasi crisi greca o spagnolaâ€â€.