Esselunga è in vendita

by Redazione Commenta

Scelto l'advisor. Si cerca un nuovo compratore.

Il consiglio di amministrazione di Supermaket Italiani ha scelto colui che sarà l’advisor delegato a valutare le offerte non vincolanti provenienti da alcuni private equity per rilevare Esselunga.

Bernardo Caprotti
Bernardo Caprotti

Queste le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti a margine di un incontro tenutosi a Milano in merito alle voci di stampa su un possibile passaggio del gruppo a investitori e gruppi esteri.

Da italiano naturalmente mi piacerebbe che Esselunga restasse in mano a un imprenditore italiano  ma credo che il primo obiettivo sia salvaguardare questa impresa. Ritengo anche che l’importante è avere un imprenditore che ha intenzione di fare bene l’imprenditore, come ha fatto Caprotti finora, con questo bellissimo gruppo. Se rimane in mano a imprenditori italiani ben venga, se così non dovesse essere io credo che l’Italia abbia comunque interesse a portare sul suo territorio investitori internazionali, se vogliamo crescere in un mercato che è aperto e competitivo.

E a seconda di quale sarà il futuro compratore, i grandi magazzini potrebbero anche diventare una public company quotata, come è successo a Prysmian, dopo che è stata scorporata dalla Pirelli. Fatto sta, che toccherà alla banca d’affari Usa Citigroup selezionare le manifestazioni d’interesse non vincolanti arrivate in Esselunga,  per rilevare il controllo del gruppo che oggi è in mano a Bernardo Caprotti. L’imprenditore all’alba dei suoi 91 avrebbe infatti deciso di passare la mano, più che per valorizzare l’investimento di una vita, per garantire all’azienda una governance e un futuro che vada oltre quello del suo fondatore.

Diversi i gruppi interessati. Fonti finanziarie riferiscono che a fine agosto Blackstone avrebbe fatto pervenire a Caprotti una manifestazione d’interesse per rilevare il 60% di Esselunga, con un’opzione sul restante 40% del gruppo nel caso in cui il fondatore decidesse di cedere tutto, o venisse a mancare la fiducia tra i due contraenti. Stesso discorso per i fondi anglosassoni di Cvc, che dopo un’approfondita analisi del gruppo avrebbro messo a punto la loro proposta.

 

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