Parmalat possibile riduzione presenza in Italia

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Nonostante Parmalat sia una delle aziende più importanti d'Italia è proprio nel suo paese d'origine che il colosso di Collecchio sembra incontrare..

Nonostante Parmalat sia una delle aziende più importanti d’Italia è proprio nel suo paese d’origine che il colosso di Collecchio sembra incontrare maggiori difficoltà, soprattutto a causa dell’elevata competitività proveniente dalle altre marche industriali e private che operano nel medesimo settore.

Il direttore generale Antonio Vanoli ha infatti spiegato che in Italia i ricavi di Parmalat sono calati del 6%, questo soprattutto a causa di sconti messi in atto da altre aziende rivali e che Parmalat è stata costretta a seguire per non rischiare di perdere la sua fetta di mercato, basti pensare che il margine operativo lordo condizionato dai fattori di mercato è calato di 3,3 milioni.


Secondo Vanoli, tuttavia, presto ci sarà un rialzo dei prezzi, la mossa messa in atto dai principali concorrenti ha portato a dei prezzi che non sono profittevoli non solo per Parmalat ma anche per loro, si tratta quindi di una situazione del tutto temporanea. Bisogna poi considerare che il ribasso dei prezzi imposto dalla concorrenza si è verificato contestualmente ad un aumento dei prezzi della materia prima.


Quello del latte rappresenta per Parmalat il principale segmento di produzione, basti pensare che il giro d’affari realizzato in tutto il mondo è costituito per il 58% dal latte, per il 31% dai derivati del latte e per l’8% dai succhi di frutta.

Secondo gli esperti, dunque, questa difficile situazione potrebbe portare l’azienda a ridurre la sua presenza sul mercato italiano, diverse voci parlano infatti della possibile chiusura di alcuni siti produttivi e della rescissione di alcuni contratti siglati con diversi allenatori.

Alcune tensioni si sono poi registrate anche all’interno del gruppo, nei giorni scorsi si è infatti dimesso il direttore vendite Italia Leonardo Bonanomi, su cui l’azienda non ha fornito alcuna spiegazione valida, così come pure si è dimesso il capo della direzione Ricerca e sviluppo Patrizio Cagnasso.

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