Saras piano di buyback sul 7,6% del capitale

SarasLa compagnia petrolifera milanese Saras, controllata dalla famiglia Moratti, ha dato il via al piano di buyback fino al 7,62% del capitale. L’operazione sarà eseguita nel giro di 6 mesi, al servizio del programma di stock option. Il piano di riacquisto di azioni avrà per oggetto un numero massimo di 72,5 milioni di titoli per un controvalore totale massimo di 100 milioni di euro. Nonostante i diversi catalyst per il titolo in borsa, prima fra tutti l’Opa dei russi di Rosneft, Saras resta piuttosto ingessata a Piazza Affari.

Target price Saras tagliato dagli azionisti

Gli analisti di mezzo mondo, dopo aver ricevuto notizia del pesante rosso in cui grava la Saras Spa, la compagnia petrolifera che pochi giorni fa ha approvato i propri bilanci semestrali, hanno deciso di tagliare il target price sul titolo nonostante abbiamo mantenuto un rating, in generale, secondo il quale il gruppo industriale sardo riuscirà, a fine anno, ha collezionare una performance decisamente migliore rispetto a quella intrapresa dal mercato.

[LEGGI] BILANCIO SEMESTRALE SARAS GENNAIO GIUGNO 2011

Bilancio semestrale Saras gennaio giugno 2011

Saras, società italiana operativa nel settore della raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica, ha presentato i risultati di bilancio relativi ai primi sei mesi dell’esercizio 2011.

Nella prima metà dell’anno il gruppo ha fatto registrare ricavi in aumento del 31% a quota 5,31 miliardi di euro, contro i 4,07 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

Trimestrale Saras aprile giugno 2010

Saras ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con ricavi pari a 2,183 milioni di euro, in crescita del 97% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La crescita, in particolare, è stata ricondotta soprattutto all’andamento positivo del segmento Raffinazione e Marketing e più in generale ad aumento dei prezzi di tutti i prodotti petroliferi.

Al contrario ha registrato una flessione del 66% l’Ebitda che si è attestata a 51,0 milioni di euro, un calo dovuto soprattutto ai bassi margini di raffinazione, così come pure è risultato in calo l’utile netto, pari a 21,1 milioni di euro, ossia con una contrazione del 64% rispetto al secondo trimestre 2009.