Fondiaria Sai secondo i piani di Palladio e Sator

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Il primo appuntamento importante per il futuro di Fondiaria Sai è atteso per il prossimo 19 marzo, giorno in cui è fissata la riunione dell’assemblea della seconda compagnia assicurativa italiana, chiamata a deliberare un aumento di capitale di ammontare massimo pari a 1,1 miliardi di euro che dovrebbe essere lanciato alla fine di maggio.

L’operazione di ricapitalizzazione, tuttavia, rientra nei piani di Palladio e Sator, quindi i due investitori, che ricordiamo hanno al momento una quota complessiva pari all’8% circa ma che non si esclude crescerà ulteriormente prima della suddetta riunione, dovrebbero fornire il loro appoggio all’aumento di capitale.

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Al contrario, invece, Palladio e Sator nel corso della suddetta riunione voteranno contro l’operazione di fusione di Fondiaria Sai con la controllante Premafin, che secondo i piani della famiglia Ligresti dovrebbe essere attuata dopo l’estate e prima della fusione con Unipol, che a sua volta dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

Nel frattempo, gli advisor Citigroup e Goldman Sachs attraverso una lettera inviata al Consiglio di amministrazione di Premafin e, in copia, all’authority, hanno invitato i vertici del gruppo a prendere in considerazione l’offerta avanzata da Palladio e Sator, che ricordiamo hanno messo sul piatto 450 milioni per Premafin.

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L’alternativa Palladio-Sator, tuttavia, è fortemente contrastata da Mediobanca, advisor del gruppo assicurativo e al tempo stesso suo principale creditore, che continua a ribadire l’esistenza di un patto di esclusiva tra Premafin e Unipol e l’assenza di voce in capitolo da parte delle banche.

Quel che è certo è che l’incertezza in merito al futuro della compagnia assicurativa italiana nel corso degli ultimi mesi ha influito notevolmente sul suo andamento in Borsa, che dall’inizio dell’anno ha registrato un’elevata volatilità che l’ha portata più volte ad essere sospesa dalle contrattazioni sia per eccesso di rialzo che per eccesso di ribasso. Oggi nel pomeriggio segna una flessione di oltre sei punti percentuali a 1,203 euro.

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