Assemblea Bpm boccia televoto di Bonomi

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L’assemblea degli azionisti di Bpm ha bocciato la proposta di introdurre il televoto da casa, che rappresentava uno dei tasselli più importanti da riempire per andare avanti nel processo di trasformazione della banca in Spa

BPML’assemblea degli azionisti di Banca Popolare di Milano (Bpm) ha bocciato la proposta di introdurre il televoto da casa, che rappresentava uno dei tasselli più importanti da riempire per andare avanti nel processo di trasformazione della banca in Spa. Ormai l’istituto bancario milanese è spaccato in due tronconi: da un lato ci sono i dipendenti-soci contrari al televoto, dall’altro il consiglio di gestione presieduto da Andrea Bonomi. Quest’ultimo ha dovuto prendere atto della presenza di una folta rappresentanza di soci e dipendenti ostile alla trasformazione della banca in Spa.

La bufera in Piazza Meda è iniziata circa una settimana fa, quando Filippo Annunziata (Bpm) si dimette da presidente del Cds (consiglio di sorveglianza). La bocciatura del televoto è stata accolta ieri con un vero e proprio boato dagli oltre 1.700 soci riuniti in assemblea alla Fiera di Milano. Secondo Giuseppe Gallo, segretario della Fiba Cisl, “i soci esprimono con fermezza tutti i dubbi e le preoccupazioni per il progetto di trasformazione in Spa”.

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Gallo ha poi sottolineato che c’è la volontà di voler preservare l’identità e l’autonomia della banca. Bonomi è comunque apparso sereno, nonostante questa battuta d’arresto. Il top manager dell’istituto di credito milanese si era presentato ai soci e ai sindacati chiedendo di non prendere decisioni affrettate sul cambio della governance e di non scatenare guerre intestine.

Lo strappo avvenuto in assemblea tra le varie parti dovrebbe ora far aumentare la vigilanza di Bankitalia, che comunque non aveva chiesto il voto da casa. Via Nazionale potrebbe anche decidere provvedimenti estremi, come il congelamento del voto dei sipendenti-soci. Secondo Bonomi, la frattura tra consiglio di gestione e consiglio di sorveglianza mette a rischio anche l’aumento di capitale di 500 milioni di euro.

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