Banca Monte dei Paschi di Siena è in fermento dopo i recenti cambiamenti avvenuti nel suo capitale. La Fondazione Mps, storico azionista, è scesa per la prima volta sotto la soglia del 50% del capitale sociale della banca senese
Banca Monte dei Paschi di Siena è in fermento dopo i recenti cambiamenti avvenuti nel suo capitale. La Fondazione Mps, storico azionista, è scesa per la prima volta sotto la soglia del 50% del capitale sociale della banca senese. La mossa della Fondazione è giunta in colpevole ritardo e ha amplificato i problemi di Rocca Salimbeni, costretta a fare i conti con una delicata situazione interna che ha messo a rischio la solidità della banca stessa.
Mps è stata costretta a ricorrere per la seconda volta agli aiuti statali e a procedere con un piano di dismissioni importante. A questo punto si parla della ricerca di un socio forte, che possa rafforzare il capitale della banca dopo l’uscita di scena di Francesco Gaetano Caltagirone. Gli equilibri interni sono precari. Da un lato c’è la presenza dello Stato, dopo l’emissione dei Monti bond, dall’altro il top management vorrebbe aprire le porte a investitori stranieri di grossa taglia.
Il presidente Alessandro Profumo vorrebbe riproporre a Siena la stessa ricetta utilizzata tempo fa per Unicredit, cioè cercare investitori istituzionali stranieri da inserire nel capitale del terzo gruppo bancario italiano. Profumo guarda con interesse agli investitori arabi, nonostante le forti incertezze geopolitiche in Nord Africa e Medio Oriente. Intanto Mps ha deciso di fondere Banca Antonveneta nella capogruppo.
La banca padovana non sarà venduta: perderà la sua identità ma quantomeno salverà la presenza nel territorio del Nord-Est e soprattutto i posti di lavoro. Stamattina in borsa il titolo Banca Mps ha aperto con un pesante calo e attualmente segna un ribasso del 4,99% a 0,2569 euro. Il titolo è per ora il peggiore sul listino azionario milanese FTSE MIB.