Unicredit, il titolo è in difficoltà

by Redazione Commenta

Pesano le indiscrezioni secondo cui il nuovo Ceo Mustier avrebbe avviato i contatti con alcuni istituti per dar via a un capital increase da 6-7 miliardi di euro.

Un periodo davvero difficile, quello in corso, per Unicredit. Il titolo continua a essere schiacciato in borsa successivamente alle indiscrezioni secondo cui il nuovo ceo Mustier avrebbe avviato contatti con alcune banche d’affari per studiare un incremento di capitale da 7-8 miliardi di euro.

UniCredit

Non ci sono indicazioni supplementari su quanta parte sarà raccolta con le dismissioni e quanto mediante un aumento di capitale.

Il nuovo piano dovrebbe essere presentato a novembre e l’eventuale aumento di capitale partire a gennaio o febbraio del 2017. L’entità esatta dell’emissione dovrebbe, pertanto, essere legata a eventuali cessioni. Ma non è chiaro se un capital increase di questa entità escluderebbe la vendita di asset quali Bank Pekao (+2 miliardi di euro di capitale, +60bps, -12% di utile per azione) e/o Fineco (+2 miliardi di euro di capitale, +55bps, -6% di eps) e/o Yapi Kredi (+3,4 miliardi, +87bps, -6% di eps).

Gli analisti di Banca Imi hanno dichiarato:

Anche il potenziale esito delle recenti ispezioni effettuate dalla Bce sulla fondatezza del calcolo della posizione patrimoniale e sulla gestione dei distressed asset e dei crediti inesigibili potrebbe avere un effetto potenziale sull’importo finale dell’aumento di capitale. Consideriamo un potenziale aumento di capitale da 7-8 miliardi di euro coerente con il risultato dello stress test: nello scenario avverso, deficit di capitale di Unicredit confrontato con la media delle banche europee sarebbe pari a 8,5 miliardi di euro.

Un aumento di capitale da 8 miliardi di euro senza cessioni avrebbe i seguenti effetti, secondo i calcoli degli analisti di Equita: porterebbe il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 2016 dall’11% al 14%, il Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) 2017 dal 5,7% al 4,7% e 2018 dall’8% al 6,3%, il multiplo prezzo/capitale tangibile 2017 da 0,29 a 0,39 volte e il multiplo prezzo/utile 2017 da 5 a 8 volte e 2018 da 4 a 6 volte.

 

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