Comune di Roma cederà 21% di Acea

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Anche se a piccoli passi, si va avanti nel percorso che dovrebbe portare il Comune di Roma a cedere il 21% del capitale di Acea, azienda che opera nel settore delle utility (idrico ed energia) che al momento viene controllata dal Campidoglio per il 51%

Anche se a piccoli passi, si va avanti nel percorso che dovrebbe portare il Comune di Roma a cedere il 21% del capitale di Acea, azienda che opera nel settore delle utility (idrico ed energia) che al momento viene controllata dal Campidoglio per il 51%. La novità principale riguarda l’inserimento di Acea nella holding Roma Capitale ma anche la cessione del 21% a Cassa Depositi e Prestiti, anche se questa ipotesi al momento non sembra facilmente percorribile. Ieri sono state così introdotte delle modifiche al maxi-emendamento, alla delibera 32, votato ieri in commissione Bilancio in Campidoglio.

Il progetto di cessione di Acea e la creazione della holding Roma Capitale per ora viene ostacolato dal Pd romano, dal presidente della Provincia – Nicola Zingaretti – e dall’Udc. Il Pd ieri ha protestato vivacemente dopo il voto al maxi-emendamento, presentando subito ricorso al Tar. Il socio privato Francesco Gaetano Caltagirone ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, che “il Comune può stare al 51% o al 30% purché assicuri una gestione come quella di Eni o Enel”.

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Federico Guidi, presidente della commissione Bilancio, ha affermato che l’emendamento approvato a sua firma “introduce rilevanti novità quali l’inserimento di Acea SpA nella holding e il privilegiare l’opzione di cedere le quote al fondo mobiliare Cdp, nell’ottica di favorire il processo di aggregazione industriale e di rilancio delle aziende di servizi pubblici su scala nazionale promosso dal governo”.

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Difficile però far rientrare Acea nel perimetro d’azione di Cdp, visto che lo stesso presidente del fondo Bassanini ha ricordato alcuni giorni fa che Cdp non compra semplicemente “azioni di un socio che vuole vendere”. Inoltre Cdp gestisce risparmio postale, per cui gli eventuali investimenti devono essere valutati in base al ritorno garantito ai risparmiatori.

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