Enel ha versato 18 miliardi di cedole al Tesoro dal 1999 ad oggi

L’indagine conoscitiva sul ruolo delle imprese partecipate dallo stato italiano ha portato alla luce interessanti risultati. Luigi Ferraris – direttore amministrazione, finanza e controllo di Enel, il colosso dell’elettricità controllato per il 31,2% dal Tesoro italiano – ha tracciato un bilancio del contributo garantito dal gruppo dall’anno del suo debutto a Piazza Affari nel 1999 fino al 2011. Dal rapporto emerge che Enel ha assicurato alle casse dello stato un flusso finanziario pari a 71 miliardi di euro.

Il flusso di risorse è avvenuto attraverso 33,4 miliardi di euro derivanti dalla vendita delle azioni al mercato; per 17,8 miliardi di euro sotto forma di dividendi versati al Tesoro; per 19,8 miliardi di euro di imposte pagate in Italia. Ferraris è stato ascoltato dalla commissione Attività produttive della Camera e davanti ai deputati ha messo in evidenza che da oggi al 2016 Enel investirà 9 miliardi di euro, cioè quasi 2 miliardi ogni anno per garantire l’ammodernamento delle reti e del parco centrali.

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Il piano strategico Enel è stato già presentato ai mercati lo scorso marzo. Enel intende aumentare la posta con altri 2 miliardi di euro dedicati allo sviluppo delle rinnovabili e della ricerca e innovazione nel nostro paese. L’obiettivo del gruppo guidato da Fulvio Conti è migliorare la qualità del servizio, riducendo sempre più le interruzioni medie per utente.

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Nei prossimi quattro anni, Enel punta a migliorare il suo margine operativo lordo fino a 19 miliardi di euro dagli attuali 17,7 miliardi, a incrementare l’utile netto ordinario a 5 miliardi dai 3,4 attuali e infine a ridurre i debiti a 30 miliardi dagli attuali 43 miliardi. Lo scorso 17 maggio il titolo in borsa aveva toccato il minimo più basso degli ultimi 9 anni a 2,28 euro. Da inizio anno Enel perde più del 33%.

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