Piazza Affari -2,28% appesantita da Telecom e banche

by Redazione Commenta

L’indice azionario FTSE MIB ha chiuso la seduta di borsa con un calo del 2,28% a 15.200 punti. La chiusura è avvenuta precisamente sui minimi di giornata

La giornata di ieri ha visto la borsa di Milano finire nuovamente nel mirino delle vendite, dopo che il giorno prima era avvenuto un incoraggiante rimbalzo tecnico dell’1,4%. L’indice azionario FTSE MIB ha chiuso la seduta di borsa con un calo del 2,28% a 15.200 punti. La chiusura è avvenuta precisamente sui minimi di giornata. Per l’indice FTSE MIB segnale short sotto 15mila punti: l’eventuale perdita di questa area di supporto, nonché soglia psicologica, potrebbe far scattare violenti vendite da parte degli investitori.

A pesare sull’andamento dell’indice italiano è stata ancora una volta l’incertezza sullo scenario politico italiano, anche se non ci sono state ripercussioni negative sull’andamento dello spread Btp-Bund, che è riuscito a chiudere a sorpresa in area 330 punti base. La debolezza della borsa italiana è dovuta principalmente alla decisione del Consiglio dei Ministri di rinviare il decreto sullo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese. Servono ulteriori approfondimenti per definire il testo del decreto, così la decisione sarà presa nei prossimi giorni.

Tra i titoli peggiori spicca la performance negativa di Telecom Italia, appesantita soprattutto dall’andamento negativo dello Stoxx europeo delle tlc. Per Telecom Italia quotazione torna ai livelli del 1998: il titolo ha chiuso con una flessione del 5,38% a 0,536 euro. Male le banche, nonostante lo spread sia rimasto stabile nel corso della giornata. In particolare Unicredit ha perso il 4,08% a 3,242 euro.

Negativo il debutto a Piazza Affari per la matricola Moleskine, in calo nel primo giorno in borsa con una flessione dello 0,87% a 2,28 euro, poco sotto il prezzo di Ipo fissato a 2,3 euro. La giornata odierna dovrebbe essere più volatile di quella di ieri, considerando che ci sarà la riunione della Bce che dovrà annunciare il nuovo livello dei tassi di interesse nell’area euro.

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