Borse in attesa del dopo Referendum

by Redazione Commenta

Il Voto in Grecia creerà nuovi scossoni sui mercati.

Come andranno le cose dopo il referendum in Grecia? Se lo chiedono gli operatori di mercato.

 

Esso, sicuramente, porterà in un senso o nell’altro scossoni sui mercati. Anche l’Italia osserva in prima fila, non solo per la vicinanza geografica ma per il timore che si generi una nuova tensione sul debito pubblico. E quando si porta il peso del secondo più grande dell’Eurozona non si può che essere osservati speciali.

Dal Tesoro sono giunte raffiche di rassicurazioni, nonostante gli analisti abbiano puntato il dito contro Roma come la capitale che pagherebbe il maggior conto da un ampliarsi dei rendimenti: 11 miliardi per S&P. In asta, come ha garantito il direttore del debito Maria Cannata, si continuerà ad andare regolarmente (le prossime emissioni sono previste già in settimana, il 10 i Bot a un anno e il 13 i Btp). E il Tesoro, peraltro, ha già messo in cascina oltre il 60% della raccolta prevista per l’interno anno, a tassi di interesse che si sono mantenuti molto bassi fino a fine mese, quando, sulla scia dell’annuncio del referendum, il rendimento dei Btp ha subito un balzo (dallo 0,85% all’1,25% per il 5 anni e dall’1,83% al 2,35% per il 10 anni). Recentemente, la specialista Chiara Manenti di Intesa Sanpaolo ha ricordato che “il rendimento medio ponderato per le quantità dei Btp nominali collocati nel 2015 è pari a 1,17%, in netto calo rispetto al 2,15% medio sulle aste dello scorso anno”. Sul mercato secondario, il Btp decennale è scambiato tra il 2,2 e il 2,3%, mentre l’euro resta attendista in area 1,11 dollari.

La tensione è stata comunque percepibile sul mercato azionario, che è reduce dalla peggior settimana degli ultimi due mesi (-5,4% per il Ftse Mib, -5,1% per l’Eurostoxx 50). A peggiorare il clima ci ha pensato Shanghai, nel mezzo di una fase di crollo che per alcuni osservatori sa di ‘scoppio di una bolla’. Se dunque nelle sale operative si cercherà di intuire il prossimo capitolo della saga dell’Eurozona, non mancherà qualche spunto dall’economia reale: si parla in particolare della produzione industriale e degli scambi commerciali delle maggiori economie Ue.

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