Swatch pensa a lasciare la Borsa

by Redazione Commenta

Penalizzata dall'annuncio della SNB, l'azienda medita l'abbandono.

A seguito delle pesanti e improvvise decisioni prese durante la settimana scorsa dalla Banca centrale svizzera, che ha optato per l’abbandono del cross fisso franco-euro, Swatch vive una fase difficile in cui risente di forti penalizzazioni.

Per tale ragione, l’azienda sta seriamente valutando di abbandonare il listino uscendo dall’Smi, lo Swiss Market Index di Zurigo.

Il Ceo del gruppo Nick Hayek, leader nel comparto orologiero svizzero, ha dichiarato:

La Borsa è come un casinò, pieno di imbroglioni. Questi imbroglioni vogliono solo guadagnare soldi nel più breve tempo possibile, mentre l’obiettivo di Swatch è quello di continuare a fabbricare orologi made in Switzerland. Ce l’ho, in particolare, con Thomas Jordan, il presidente della Banca Nazionale Svizzera, responsabile della decisione del 15 gennaio scorso di abolire la misura per cui, per tre anni, la quotazione dell’euro è rimasta invariata a un franco e 20 centesimi. Oggi le due valute sono quotate alla pari e il titolo Swatch ha perso, in un colpo solo, circa il 15 per cento del suo valore.

L’abbandono del cross fisso, rivisitando fortemente il valore del franco, ha dunque fortemente penalizzato la fiducia nelle industrie svizzere che esportano. Nick Hayek è furioso, al punto da dichiarare che Swatch non vende azioni bensì orologi.

Nel contempo ha comunicato che il suo gruppo, il quale venne fondato dal padre e negli anni ’80 contribuì a rilanciare l’industria svizzera degli orologi messa alle strette dalla concorrenza giapponese, non ha intenzione di delocalizzare.

Ad ogni modo, però, l’imprenditore ha dichiarato che i marchi di lusso che compongono la galassia Swatch subiranno, in Europa, un in cremento dei prezzi, oscillante tra il 5 e il 10 per cento: il rincaro riguarderà Breguet, Blancpain e Omega.

In verità Swatch stava soffrendo già prima dell’abbandono del cambio fisso tra la valuta unica e quella elvetica, a causa, soprattutto, della crisi russa. Dunque la decisione della Banca centrale ha, sostanzialmente, sparso altro sale sulle sue ferite.

 

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