Fiat Auto Spa cede il 9,65%

by Redazione Commenta

Fiat continua a perdere colpi, a causa di una politica industriale aggressiva non supportata da vendite consistenti quali quelle previste. Nella giornata di ieri perde il 10%. Oggi apre in ribasso del 4,76% a 4,12 euro.

Nelle giornata di ieri, dopo aver toccato un minimo storico (4,35 euro ad azione) che non si vedeva da circa 1 anno (17 settembre del 2010), Fiat Auto Spa ha perso in Borsa il 9,65% a quota 4,44 euro al pezzo.

Dati decisamente negativi che risentono delle pessime notizie macroeconomiche, giunte da mezzo mondo, e che non premiano affatto l’operato di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Group Spa.

TITOLO FIAT IN CALO PER POSSIBILE MODIFICA JOINT VENTURE TATA


La prima delle tegole cadute in capo alla Fiat è relativa alla joint venture con Tata, il colosso indiano attivo sui più disparati mercati. Ratan Tata, infatti, leader dell’omonimo gruppo, ha dichiarato che, se la situazione economico finanziaria di Fiat India Automobiles non dovesse migliorarsi e sistemarsi (metà dell’investimento Tata è stato miseramente perduto), gli accordi commerciarli tra le due aziende dell’auto potrebbero rivedere il proprio contratto, magari rescindendolo.

TITOLO FIAT IN CALO PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO TARGET CHRYSLER

Pochi giorni prima, giusto per rincarare la dose, era giunta la terribile notizia che, secondo Lura Soave, responsabile Fiat per il nord America, Chrysler non sarebbe in grado, entro il 2011, di rispettare i target fissati. Secondo il manager, in particolare, Chrysler non riuscirà a vendere le 50.000 500 promesse ad inizio anno.

FIAT PERDE IL PRIMATO IN BRASILE

Il tonfo, definitivo, di ieri, dal quale Fiat impiegherà non poco a riprendersi, è stato causato, infine, dai dati delle vendite provenienti dal Brasile, punta di diamante delle economie emergenti nelle quali si trova ad operare il marchio torinese. Prezzi competitivi ed una ottima rete di dealer, infatti, hanno fatto si che Fiat fosse il primo venditore nazionale. Eppure, a causa di un spietata guerra di pricing che Fiat non è riuscita a vincere, sia Volkswagen che General Motors sono riuscite a prendere il sopravvento.

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