Iren, tutto pronto per il business plan 2015-2020

by Redazione Commenta

Cosa si aspettano gli analisti di Kepler per quanto concerne i dividendi?

Mercoledì il nuovo ceo di Iren, Massimiliano Bianco, esporrà alla comunità finanziaria il nuovo business plan 2015-2020.

Un ulteriore diminuzione del debito, che a fine marzo era uguale a 2,17 miliardi di euro, e dei costi, mediante l’alleggerimento della struttura organizzativa, e una crescita organica che per ora non prevede importanti acquisizioni: sono questi alcuni dei capisaldi del nuovo piano industriale, secondo le ultime indiscrezioni.

Bianco punterà allo sviluppo del settore waste, probabilmente con il riacquisto da F2i del 51% di TRM V, il veicolo che controlla l’80% del termovalorizzatore entrato in funzione di recente a Gerbido (Torino). Iren attualmente detiene il 49% di questo veicolo.

La crescita per linee esterne sarà poi focalizzata su piccole e medie ex-municipalizzate localizzate nei territori di riferimento di Iren ovvero Piemonte, Liguria ed Emilia. Nelle scorse settimane era infatti circolata l’ipotesi di un interesse dell’utility per la privatizzazione di Amiu Genova, società specializzata nel business ambientale.

Gli esperti di Mediobanca Securities (rating outperform e target price a 1,30 euro) si aspettano quindi che il focus sia anche sulle sinergie che potrebbero essere realizzate all’interno del gruppo in modo da porre le basi per l’eventuale ruolo che Iren potrebbe giocare in futuro nella sua area di riferimento, nord-est Italia, se il governo decidesse di concedere il giusto insieme di incentivi.

Il 17 giugno sarà dunque una data importante per Iren visto che l’ultimo piano industriale è stato presentato a febbraio 2013 da un management diverso e che il target di ebitda 2015 di 670 milioni di euro si confronta con il dato del consenso pari a 662 milioni di euro.

Le previsioni di Kepler Cheuvreux non includono alcuna crescita esterna e vedono un ebitda a 653 milioni di euro quest’anno (623 milioni nel 2014), a 670 milioni nel 2018 e a 691 milioni nel 2020; un utile netto a 122 milioni di euro quest’anno (69 milioni nel 2014), a 137 milioni nel 2018 e a 149 milioni nel 2020, oltre a 1,5 miliardi di euro di investimenti cumulati nel periodo 2015-2020 e a un rapporto debito netto/ebitda di 3,2 volte quest’anno che dovrebbe scendere fino a 1,8 volte al 2020.

Per quanto riguarda, invece, la politica dei dividendi, gli analisti di Kepler Cheuvreux si aspettano un payout ratio del 58% e un conseguente rendimento medio del 4,5% nel periodo 2015-2018. La cedola è vista a 0,055 euro per azione sul bilancio di quest’anno (0,052 euro nel 2014) e poi in crescita a 0,060 euro nel 2016 fino a 0,068 euro al 2020.
 

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