Apple, maxi-rimborso a Irlanda

by Redazione Commenta

Per la Commissione europea l'Irlanda ha assicurato benefici fiscali illeciti fino a 13 miliardi di euro alla multinazionale.

Brutta grana per Apple. Cupertino dovrà rimborsare 13 miliardi di euro all’Irlanda. Si tratta di tasse non pagate. Per la Commissione europea l’Irlanda ha assicurato benefici fiscali illeciti fino a 13 miliardi di euro alla multinazionale.

Apple prima per capitalizzazione

“Ciò è illegale secondo la normativa Ue sugli aiuti di Stato, perché ha consentito ad Apple di pagare meno tasse in modo sostanziale rispetto ad altre aziende. L’Irlanda dovrà ora recuperare l’aiuto di Stato illegale, più gli interessi”, ha sottolineato la Commissione Ue.

La multa più alta finora inflitta dall’Ue era stata pari 1,4 miliardi di euro al colosso energetico francese Edf. Mentre Bruxelles ha ordinato all’Olanda di recuperare tra i 20 e i 30 milioni di euro di arretrati dalla catena di caffetterie Starbucks e il Lussemburgo deve fare qualcosa di simile con Fiat Chrysler Automobiles. Ma quanto deciso oggi su Apple “non è una multa, si tratta di tasse non pagate che devono essere pagate”, ha precisato il commissario europeo per la Concorrenza, Margrethe Vestager.

Nessuna multa, quindi, per la società statunitense produttrice di iphone, ma la Vestager ha tenuto a sottolineare che “l’Irlanda ha permesso l’esistenza della cosiddetta compagnia senza Stato”. In ogni caso l’ammontare del rimborso potrà però esser ridotto. Se altri Paesi europei “richiedessero ad Apple di pagare più tasse sui profitti” relativi allo stesso lasso di tempo, verrebbe automaticamente ridotta “la somma da recuperare per l’Irlanda”.

In pratica, Apple ha goduto di aiuti di Stato indiretti da parte di Dublino che ha applicato al gruppo di Cupertino solo una tassazione dell’1% sugli utili rispetto alla già bassissima aliquota del 12,5%. Questo “trattamento selettivo” riservato ad Apple dall’Irlanda ha significato che l’azienda ha pagato le imposte sulla base di un’aliquota fiscale pari ad appena l’1% dei suoi utili in Europa nel 2003, con tale aliquota che è addirittura scesa allo 0,005% nel 2014 sui profitti di Apple Sales International. “Il trattamento fiscale in Irlanda ha consentito ad Apple di evitare la tassazione su quasi tutti gli utili generati dalla vendita di prodotti Apple nell’intero mercato unico Ue”, ha precisato Margrethe Vestager.

Non solo. Era stata creata una situazione “che non corrispondeva alla realtà“. I profitti tassabili riguardavano due società irlandesi del gruppo, vale a dire Apple Sales International e Apple Operations Europe. Quasi tutti profitti delle vendite registrati dalle due compagnie erano attribuiti a sedi centrali, ma la Commissione ha dimostrato che tali sedi centrali esistevano “solo sulla carta”. Da qui l’ingiunzione al governo irlandese a recuperare tutti i profitti illeciti pari, appunto, a 13 miliardi di euro, che Apple ha maturato dal 2003 al 2014.

“Gli Stati membri non possono garantire benefici fiscali a compagnie selezionate, questo è contrario alle regole Ue”, ha concluso il commissario europeo per la Concorrenza, ricordando che la Commissione Ue ha in corso due indagini sul trattamento fiscale di Amazon e McDonald’s in Lussemburgo “e continuiamo il nostro lavoro di valutazione su 100 provvedimenti fiscali nei Paesi membri. Abbiamo molto lavoro da fare per assicurare che le imprese competano ad armi pari e non a spese dei contribuenti europei”.

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