Dopo un periodo di calma apparente che durava dal 24 Luglio è salito di nuovo il prezzo del carburante, guarda caso proprio in concomitanza..
A seguito delle quotazioni del petrolio sul mercato internazionale, che nel corso della giornata di ieri ha addirittura superato i 75 dollari al barile, il prezzo della benzina è salito di 7 centesimi rispetto alla metà di luglio raggiungendo quota 1,34 euro, mentre il gasolio è tornato sopra 1,16 euro.
Ovviamente le associazioni dei consumatori sono insorte immediatamente e hanno affermato che questo aumento è esclusivamente frutto di una speculazione da parte dei gestori.
Il Codacons, in particolare, ha chiesto un controllo istituzionale sulle speculazioni e ha accusato Eni di non aver mantenuto la promessa di bloccare i prezzi a ridosso dell’esodo estivo.
Federconsumatori e Adusbef, invece, hanno evidenziato come il prezzo del carburante sia pronto ad aumentare non appena le quotazioni del petrolio salgono e come invece sia lento a scendere quando al contrario le quotazioni calano.
Ma le dichiarazioni che riassumono in poche parole il pensiero di tutti sono quelle di Carlo Pileri, numero uno di Adoc, che ha evidenziato come la speculazione sull’esodo è ormai diventata una vera e propria consuetudine. Oramai, infatti, è dal 2007 che nel periodo delle partenze per le vacanze estive il prezzo del carburante aumenta del 2,8% circa, fruttando così un guadagno di almeno 40 milioni di euro, considerando che durante questo periodo si mettono in viaggio circa 10 milioni di automobilisti e che ognuno di questi fà almeno due pieni a viaggio.
L’Unione petrolifera ha risposto affermando che si tratta di accuse infondate e ha confermato che il comportamento delle aziende è assolutamente corretto, il prezzo del carburante è sempre determinato in riferimento ai mercati internazionali.