Prezzo petrolio in calo per la quarta seduta di fila

Per la quarta seduta consecutiva ieri il prezzo del petrolio ha chiuso al ribasso, con il future sul Crude con scadenza aprile che al NYMEX ha ceduto l’1,5% a quota 101,16 dollari al barile. Nell’intera settimana le quotazioni dell’oro nero hanno perso il 3,1%.

Il terremoto che ha colpito il Giappone ha tolto l’attenzione degli investitori dalla situazione in Libia, nel Medio Oriente e nell’Africa del nord.

Prezzo petrolio ai massimi da settembre 2008

Ieri il prezzo del petrolio ha chiuso in netto rialzo, con il future sul Crude con scadenza aprile che al NYSE ha fatto segnare un aumento del 2,5% a quota 104,42 dollari al barile, arrivando a toccare i massimi dal 26 settembre 2008.

Nel corso dell’intera ottava il prezzo del petrolio è cresciuto del 6,7%, e continua a crescere la preoccupazione degli investitori per la situazione nell’Africa del Nord e nel Medio Oriente.

Prezzo petrolio ai massimi da ottobre 2008

Anche nella giornata di ieri il prezzo del petrolio ha chiuso in rialzo, con il future sul Crude a scadenza febbraio che ha messo a segno un aumento dello 0,8% arrivando a toccare quota 91,86 dollari al barile.

Erano ben 27 mesi, precisamente dal 3 ottobre del 2008, che il prezzo del petrolio non era su livelli del genere.

Prezzo petrolio chiude oltre 88 dollari al barile

A Wall Street il prezzo del petrolio ha chiuso la seduta di venerdì in rialzo, con il future sul Crude con scadenza gennaio che ha guadagnato lo 0,4% a quota 88,02 dollari al barile.

Prendendo in esame l’intera ottava, il prezzo del petrolio ha messo a segno un rialzo dello 0,3%.

Prezzo petrolio in rialzo del 3,1%

Nella giornata di ieri si è notevolmente rafforzato il prezzo del petrolio, in particolare il future sul Crude con scadenza gennaio, che ha chiuso la seduta segnando un rialzo pari al 3,1% a quota 86,75 dollari al barile.

Con questo grande guadagno in una sola seduta, il petrolio ha messo a segno il più grande rialzo da più di due mesi ad oggi, questo grazie soprattutto ai dati macroeconomici arrivati dalla Cina e dagli USA, molto positivi per l’oro nero.