Indesit Company illustra piano di salvaguardia in Italia

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Razionalizzare l’assetto produttivo, investire 70 milioni di euro, e rendere più snelle ed efficienti le direzioni centrali. Sono queste, in estrema sintesi, le linee guida del piano di salvaguardia e di razionalizzazione in Italia della società quotata in Borsa a Piazza Affari Indesit Company S.p.A..

Indesit Company cresce sui mercati internazionali

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Ricavi in calo del 3,8% a 598 milioni di euro a fronte di un Ebit a 13,9 milioni di euro rispetto ai 20,9 milioni di euro alla data del 31 marzo del 2012. E’ questa la fotografia relativa ai dati del primo trimestre del 2013 per la società quotata in Borsa a Piazza Affari Indesit Company S.p.A.. Dal resoconto intermedio di gestione alla data del 31 marzo del 2013, che è stato esaminato ed approvato da Consiglio di Amministrazione della società, riunitosi sotto la Presidenza di Andrea Merloni, è emerso che nel trimestre Indesit Company S.p.A. ha contenuto gli effetti legati al calo delle vendite in Paesi come Italia e Francia.

Indesit investimenti raddoppiati nel 2011

Il titolo Indesit ha guadagnato il 2,73% nella giornata di ieri a Piazza Affari, chiudendo a quota 8,48 euro per azione, spinto dalla firma sull’intesa che avrà come effetti una riduzione dei costi pari a circa il 9% dell’utile operativo atteso dagli analisti nel 2012.

Ma hanno contribuito anche altri fattori a spingere il titolo: il 14 dicembre scorso il presidente onorario della società, Vittorio Merloni, ha aumentato la propria partecipazione nell’azienda, portandola al 41,387% dal 41,294% del 24 aprile 2009, confermando la sua fiducia nel gruppo, inoltre Marco Milani, Ad di Merloni, ha dichiarato che il riassetto permetterà alla società di diventare più competitiva.

Indesit investimenti per 120 milioni di euro

Indesit Company investirà 120 milioni di euro per lo sviluppo, ma allo stesso tempo ha in progetto la chiusura di due fabbriche.

Il gruppo ha varato un piano per il consolidamento della presenza industriale in Italia, che prevede la chiusura degli stabilimenti di Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso), ed anche investimenti per 120 milioni di euro nel triennio 2010-2012 per l’innovazione di prodotto e di processo.