Fiat non sopravviverà senza fusione con Chrysler

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Sergio Marchionne prova a fare pressioni per accelerare il prrogetto di fusione tra Fiat e Chrysler. Secondo l’amministratore delegato delle casa automobilistica torinese, senza il merger le due aziende non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivere

 Sergio Marchionne prova a fare pressioni per accelerare il prrogetto di fusione tra Fiat e Chrysler. Secondo l’amministratore delegato delle casa automobilistica torinese, senza il merger le due aziende non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivere. Il top manager del Lingotto, che è alla guida anche della controllata americana, ha ribadito la sua posizione sul settore auto all’incontro annuale della Society of Automotive Engineers a Detroit, affermando che nei prossimi anni avremo soltanto 5-6 grandi gruppi automobilistici e la fine delle case a quattro ruote più deboli.

Marchionne ha sottolineato che la fusione Fiat-Chrysler consentirebbe la creazione di un colosso auto, in grado di lanciare investimenti su larga scala per produrre nuove linee di veicoli. L’ad di Fiat ha dichiarato che oggi un grande player automobilistico deve avere la capacità di “produrre un totale di almeno 6 milioni di veicoli all’anno e un milione di veicoli per piattaforma”.

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Fiat e Chrysler hanno già completato la convergenze delle tre principali architetture, che consentiranno di produrre più dell’80% dei volumi di vendita totali del gruppo. Le nuove Fiat 500 elettriche non saranno prodotte su larga scala dalla casa di Detroit, perché provocano ingenti perdite unitarie per Chrysler che perde 10mila dollari a veicolo per le auto vendute in California. Chysler ha comunque lanciato la linea produttiva di macchine elettriche, perché è entrata in vigore la legge del Golden State.

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Ogni costruttore deve quindi avere auto elettriche nel suo parco auto. Marchionne si aspetta di vendere appena qualche centinaia di auto, in quanto il mercato è ancora molto piccolo (meno dell’1% sulla quota totale) nonostante gli incentivi del governo. Intanto, il 29 aprile saranno pubblicati i dati del primo trimestre 2013. Il debito netto industriale è atteso in crescita dai 6,5 miliardi di fine 2012.

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