
BP inoltre non ha alcuna intenzione di convertire il bond soft mandatory da un miliardo, ha detto Saviotti.
Il piano industriale di BP prevede il raggiungimento di un Core Tier 1 ratio, in termini di Common Equity Ratio di Basilea III, dal 6,5% attuale al 7,6% nel 2013. 30 punti base saranno generati dalla gestione, 60 pb dalla cessione di asset non strategici e 80 pb dall’introduzione di strumenti advanced per il calcolo dei rischi di credito che l’isituto dovrebbe ottenere a breve.
Parlando di cessioni, BP farà il possibile per portare a termine le trattative con Credit Agricole per la vendita del 19% della partecipazione nella joint venture Agos-Ducato. Come spiegato dallo stesso Saviotti non è una trattativa facile.
Una trattativa vicina alla chiusura sembra quella riguardante l’asset ungherese BP Hungary. Infine c’è la vendita del 50% del patrimonio immobiliare non strumentale della controllata Italease al 2013.
Saviotti non ha escluso una fusione delle controllate sul territorio nella holding per dare vita a una Banca Unica, un po’ come successo in passato con Unicredit.
Per il momento il piano industriale di BP prevede la semplificazione della struttura societaria attraverso una fusione tra Popolare di Crema e Popolare di Cremona nella Popolare di Lodi oltre a quella di Efibanca in Banco Popolare.