Quelli richiesti dall'Eurotower andranno rispettati dal prossimo anno.
Intesa Sanpaolo appare decisamente sopra i requisiti patrimoniali di cui necessita la Banca centrale europea.
Requisiti da rispettare a partire dal prossimo primo gennaio a seguito degli esiti del Supervisory Review and Evaluation Process. Concluso l’esame, la Bce ha infatti comunicato alla banca che a partire dal 1 gennaio 2016 dovrà rispettare i requisiti patrimoniali che consistono in un coefficiente patrimoniale a livello consolidato pari al 9,5% in termini di Common Equity Tier 1 ratio.
Ma Ca’ de Sass già al 30 settembre, tenendo conto di 1,5 miliardi di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi dell’anno, aveva coefficienti patrimoniali del 13,4% in termini di Common Equity Tier 1 ratio, calcolato secondo i criteri transitori in vigore per quest’anno, e del 13,4% in termini di Common Equity Tier 1 ratio pro-forma, calcolato secondo i criteri a regime.
Anche Mps ha superato lo Srep della Bce che ha indicato alla banca senese di mantenere il requisito patrimoniale minimo in termini di Common Equity Tier 1 Ratio su base consolidata al 10,20% dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016 e al 10,75% a partire dal 31 dicembre 2016.
Mps al 30 settembre di quest’anno vantava un Cet1 ratio al 12%, quindi superiore a quelli richiesti dalla Bce. A detta di Mediobanca Securities (rating neutral e target price a 1,70 euro confermati sul titolo) Rocca Salimbeni è al sicuro anche per i prossimi anni. Gli analisti si aspettano un Cet1 ratio fully-loaded del 12,5% nel 2016 e del 12,8% nel 2017.
La maggioranza delle altre banche italiane sarebbe in terza classe con requisiti tra il 9,25% e il 9,75% circa e due (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) formalmente bocciate ma sostanzialmente a un passo dalla promozione visto che hanno in cantiere aumenti di capitale.
A Piazza Affari al momento il titolo Intesa Sanpaolo sale dello 0,56% a 3,214 euro e Mps addirittura del 4,17% a 1,523 euro.