Analisi del segmento dedicato alle Pmi italiane: numeri in crescita.
Alcuni dati sono forieri di incoraggiamenti per la Borsa italiana a giudicare dal trend che viene osservato da molti anni a questa parte. Un segmento da tenere in considerazione è sicuramente quello riguardante il mercato delle Pmi, l’Aim Italia. Sulla carta, uno dei più deboli.
Quali sono i numeri da analizzare?
L’impatto economico dell’Aim Italia, dal 2009 il mercato azionario per la crescita delle Pmi, si riassume in oltre undicimila posti di lavoro, 3,4 miliardi di giro d’affari, 544 milioni di capitale raccolto in Ipo e 2,9 miliardi di capitalizzazione. E’ quanto si evince dal report fornito dall’Osservatorio Ir Top su Aim Italia.
La società sottolinea:
Il trend di mercato segna valori in crescita: l’azienda Aim presenta un fatturato medio di 33 milioni, un flottante del 24%, e una raccolta di 4,6 milioni”. Ottanta gli investitori istituzionali presenti nel capitale: AcomeA, Amaranto Investment sim, Kairos Partners e Zenit gli italiani più attivi; Patrimony 1873 è il primo investitore estero a lanciare un fondo dedicato all’Aim e il più attivo con 14 partecipazioni. Al 27 luglio 2015, le società quotate sono 68 (di cui 22 ipo nel 2014 e 13 nei primi 7 mesi del 2015 su un totale di 19 ipo su borsa italiana da inizio anno). Tredici le ipo Aim Italia 2015: Italian Wine Brands, Mobyt, Digitouch, Caleido Group, Clabo, Mondo tv Suisse, Elettra Investimenti, Cover 50, Bio Due, Bomi Italia, Masi Agricola, Lu-Ve, Assiteca.
I comparti più rappresentativi del mercato sono il green (che copre il 24% del mercato in termini di società , il 27% in termini di raccolta e il 28% in termini di capitalizzazione) e il digital (che copre il 21% del mercato in termini di società , il 25% in termini di raccolta e il 18% in termini di capitalizzazione). Le regioni più presenti sono Lombardia (35%) e Lazio (21%), mentre la rappresentativa estera è del 5%.