Salvataggio Seat a rischio secondo revisori

by Redazione Commenta

 Brutte notizie per Seat Pagine Gialle. I revisori di Pricewaterhouse Coopers (Pwc) si sono infatti astenuti dall’esprimere il proprio giudizio sulla semestrale del gruppo, conclusasi con un risultato negativo per 102,2 milioni di euro e con un patrimonio negativo per 1,07 miliardi di euro. Ne consegue che il bilancio di Seat non è ancora stato certificato, aprendo di fatto molte crepe sul futuro di una compagine il cui salvataggio appare essere sempre più a rischio.

Stando a quanto scritto da Pwc nella propria nota, il presupposto della continuità aziendale, utilizzato dagli amministratori per redigere il bilancio, “è soggetto a molteplici significative incertezze che dipendono da fattori che non sono sotto il controllo degli amministratori, con possibili effetti cumulati rilevanti sul bilancio consolidato semestrale al 30 giugno”.

In maggior dettaglio, Pwc ricorda come la proposta di concordato preveda che una parte dei debiti sia convertita in equity mediante aumento di capitale riservato. Tuttavia, osservano ancora i revisori nella loro nota, “non esistendo un nucleo di soci di riferimento in possesso di quote sufficienti a garantire i necessari quorum costitutivi e deliberativi, non vi è certezza sugli esiti dell’assemblea convocata per assumere le delibere in questione”.

Oltre a quanto sopra, i revisori sottolineano come “non vi è certezza sull’ottenimento, in sede di adunanza dei creditori, del voto favorevole di sufficienti maggioranze di aventi diritto al voto, affinché la proposta di concordato sia approvata e possa essere omologata dal Tribunale”. Infine, come se non bastasse, Pwc prevede pesanti incertezze sulla “omologazione del concordato da parte del Tribunale che, nel compiere il proprio lavoro istruttorio, deve tenere conto e valutare tutte le informazioni disponibili, tra cui in particolare la relazione del Commissario”.

Non solo: sembra infatti che i revisori abbiano molti dubbi sugli esiti del concordato, con un patrimonio netto positivo finale che potrebbe essere comunque insoddisfacente per sostenere l’attività durante il periodo di svolgimento del piano industriale.

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