
La decisione della banca d’affari è stata causata soprattutto dall’andamento negativo delle vendite in Gran Bretagna e dall’incremento del costo delle materie prime, motivi che hanno spinto la banca ha tagliare anche le previsioni sull’utile per azione del 12% per il 2010 e del 17% per il 2011.
Il piano di investimenti per 120 milioni di euro relativo al triennio 2010-2012 approvato lo scorso giugno, dunque, non è stato sufficiente a convincere gli analisti della banca americana, che per l’azienda produttrice di elettrodomestici vedono un calo che caratterizzerà almeno i prossimi due anni.
Al contrario, invece, l’azienda si è mostrata piuttosto ottimista in quanto prevede di riuscire a realizzare al termine dell’esercizio 2010 un fatturato in crescita del 9%, un Ebit in rialzo rialzo del 50% e un indebitamento finanziario netto in riduzione a 240 milioni di euro. Una crescita questa che, secondo l’azienda, arriverà in larga parte dal piano di investimenti, destinato principalmente ad un rafforzamento della presenza industriale in Italia.