A partire dal prossimo anno sarà effettiva la nuova super-utility Hera-Acegas, che è già pronta a stupire dal lato dei profitti come evidenziato nel piano industriale al 2016 presentato un paio di giorni fa. Banca Imi (gruppo Intesa SanPaolo) ha studiato attentamente i dati del piano e ritiene che l’eventuale forte crescita stimata dalla società da qui a quattro anni possa generare anche un sensibile aumento del dividendo. L’utile per azione dovrebbe passare da 0,094 euro del 2011 a 0,12 euro nel 2016.
Per quanto riguarda il dividendo, il management della società non si è particolarmente sbilanciato, dichiarando soltanto una base di 0,09 euro. Banca Imi ritiene che il raggiungimento di un margine operativo lordo al 2016 a 990 milioni di euro sia un’ipotesi realizzabile, anche se il broker sottolinea tre aree a rischio: crescita minore delle attese di Acegas-Aps; difficoltà nel settore dei rifiuti, a causa di prospettive incerte sulla congiuntura economica; riduzione dei margini sulla vendita del gas.
Alla luce del piano industriale, Banca Imi ha iniziato la revisione del target price che al momento è a 1,25 euro. Il piano piace anche ad Equita Sim, che apprezza molto l’indicazione sugli investimenti (capex) a 380 milioni annui per un totale di 1,94 miliardi di euro al 2016. Secondo il broker milanese, Hera è tra le ex municipalizzate meno rischiose in Italia nonostante un forte indebitamento netto.
Stamattina in borsa il titolo Hera sale dell’1,17% a 1,299 euro, dopo che ieri è avvenuto un deciso sell-off con calo in chiusura del 3,46%. Sempre ieri Hera ha toccato il massimo più alto da fine luglio 2011 a 1,34 euro. Dai minimi di fine luglio scorso le azioni Hera hanno messo a segno un rialzo del 40%.