I dati cinesi favoriscono le Borse europee

by Redazione Commenta

Bene Milano.Parigi cresce dello 0,5%,Francoforte dello 0,9%, mentre Londra è ferma sulla parità. In ripresa le materie prime.

Le borse europee si rimettono sulla scia della ripresa dei titoli bancari italiani e della crescita dell’inflazione cinese. Milano dopo aver aperto in ribasso, ha girato in positivo e accelera a +1,6%.

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Più deboli le altre: Parigi cresce dello 0,5%,Francoforte dello 0,9%, mentre Londra è ferma sulla parità. In ripresa le materie prime: il rame è risalito dalla sua chiusura ai minimi da febbraio e anche l’oro ha continuato la sua corsa al rialzo. Il petrolio, per la prima volta questo mese, è tornato a superare la soglia dei 40 dollari.

A Piazza Affari si attendono novità sul fronte delle banche: i rappresentanti del mondo creditizio e del Tesoro sono al lavoro per lo scatto finale alla creazione di un Fondo da 5-7 miliardi che fornirà garanzie alle operazioni di aumento di capitale e gestione delle sofferenze. Proprio una fotografia del credito italiano arriva oggi con il supplemento al bollettino di Bankitalia cheregistra un aumento dei prestiti, mentre l’Istat pubblica i dati sulla produzione industriale: a febbraio rallenta, ma il dato su base annua resta positivo. Sotto i riflettori degli investitori ci sono Mediaset, dopo l’accordo con Vivendi, e Rcs, sotto offerta da parte del gruppo Cairo.

Lo spread è stabile: il differenziale tra i titoli di stato decennali italiani e quelli tedeschi si attesta a 122 punti, mentre il rendimento si ferma all’1,31%. Anche l’euro è poco mosso nei confronti del dollaro, ma in calo rispetto allo yen stamane all’apertura dei mercati: la moneta unica viene scambiata a 1,1408 dollari e 123,05 yen.

Ha chiuso in lieve calo, in mattinata, la Borsa di Tokyo: il Nikkei ha terminato la seduta in calo dello 0,44% a 15.751,13 punti, il più ampio indice Topix ha chiuso in calo dello 0,61%.

Grande attenzione, come accennato, si è concentrata sulla Cina. Bloomberg sottolinea che il +0,5% mensile dei prezzi alla produzione di marzo, con il calo del 4,3% annuo, è un segnale positivo: l’andamento rispetto al 2015 è migliore del precedente -4,9% del -4,6% previsto dagli economisti. A livello generale, l’inflazione a marzo è scesa dello 0,4% mensile e cresciuta del 2,3% annuo, meno del +2,5% previsto. Si tratta, soprattutto nel primo caso, di dati che fanno comunque scemare i timori sulla forza dell’economia cinese.

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