Fed rinvia la stretta sui tassi?

by Redazione Commenta

L'ipotesi che la banca centrale americana rinvii ancora il rialzo del costo del denaro ha fatto bene all'euro.

Quella in corso è un’ottima seduta per le Borse europee. Ad essa ha contribuito anche la buona prestazione della borsa americana che ieri a seguito di un’iniziale sbandamento, ha chiuso in rialzo.

Si è trattato del primo giorno utile per reagire al rapporto sull’occupazione americana di marzo distribuito venerdì scorso, momento in cui la Borsa era rimasta chiusa per la Pasqua. Il numero di posti di lavoro creati – 126.000 – è stato il più basso in 15 mesi e decisamente peggiore delle stime (248.000). Ciò alimenta la tesi di chi crede che la Federal Reserve non abbia alcuna fretta di alzare i tassi di interesse: procrastinare l’ormai vituperata stretta monetaria garantirebbe alla Borse quella liquidità necessarie a proseguire gli acquisti, nella speranza che – nel frattempo – la ripresa acquisisca quel vigore che ancora manca.

Occorre, dunque, analizzare questa situazione dal punto di vista dell’andamento in Borsa e di quello socio-economico.

L’ipotesi che la Fed rinvii ancora il rialzo del costo del denaro ha fatto bene all’euro, che arriva dal balzo registrato alla pubblicazione del job report americano. Oggi, tuttavia, la moneta unica è tornata a trattare sotto 1,09 contro il dollaro: la moneta Ue è scambiata a 1,084 dollari e in area 130 yen. In questo contesto a Milano Piazza Affari avanza dell’1,6% a un soffio da quota 23.700 punti e ai massimi dall’ottobre 2008. Bene anche gli altri mercati del Vecchio continente: Londra aggiunge l’1,7%, Parigi l’1,5% e Francoforte recupera l’1,2%. Cala anche lo spread: la differenza di rendimento tra i titoli decennali tedeschi ed italiani è in discesa poco sotto l’asticella di 105 punti base, mentre i Btp rendono l’1,23%.

 

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