Il rischio Italia pesa sui corporate bond

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La decisione di Moody’s di effettuare il downgrade sull’Italia al livello “Baa2”, ovvero a due notch dal giudizio “spazzatura”, ha avuto importanti conseguenze sull’andamento dei titoli di stato e dei corporate bond

La decisione di Moody’s di effettuare il downgrade sull’Italia al livello “Baa2”, ovvero a due notch dal giudizio “spazzatura”, ha avuto importanti conseguenze sull’andamento dei titoli di stato e dei corporate bond. Lo spread Btp-Bund si è mosso al rialzo fino a sfiorare ieri quota 500. Il rendimento del dcennale italiano resta così saldamente sopra il 6%. La bocciatura di Moody’s ha avuto pesanti ripercussioni soprattutto sui bond societari italiani, che da venerdì hanno sperimentato un ampliamento dello spread con il tasso mid-swap.

Per citare qualche caso, si è assistito a un allargamento dello spread sul bond Fiat emesso la scorsa settimana di ben 56 centesimi (ieri 733 mentre giovedì era a 733), sul bond Telecom Italia scadenza 2018 di 13 punti base e sul bond Eni scadenza 2019 di 9 centesimi da 211 a 220. Anche il nuovo bond Snam Rete Gas 2019 ha evidenziato un allargamento dello spread a 364 centesimi da 358.

Secondo Fabio Degaspari, portfolio manager di Invest Banca, “si va verso una fase di scarsa liquidità che rischia di avere come conseguenza una forte volatilità per i mercati”. Secondo l’esperto “se l’allargamento dello spread colpisce le società legate al rischio Italia, a pesare è anche l’impatto che la l’accentuarsi della crisi potrà avere sui consumi”. Le ultime emissioni di Telecom, Snam, Fiat ed Eni hanno approfittato della finestra favorevole, ma ora le cose potrebbero cambiare.

E’ probabile che molte società rimandino a dopo l’estate la valutazione di nuove emissioni. Tra i bond più in difficoltà c’è quello emesso di recente da Fiat. Secondo Ilaria Bertizzolo di Rbs, le prossime emissioni italiane saranno condizionate dal “fattore-Italia”, per cui le società punteranno a “dimostrare di non avere legami diretti con il rischio sovrano quando dovranno discutere con le agenzie di rating”.

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