Secondo piano di salvataggio Grecia, intervengono i privati

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Il cambio euro dollaro ha recuperato dai minimi registrati nel corso delle ultime due settimane grazie all’accordo a cui sono giunti ieri i capi di stato dei 17 paesi della zona euro in merito al secondo pacchetto di aiuti a favore della Grecia.

Nel predisporre il nuovo piano si è tentato di arrivare ad una soluzione capace di isolare la Grecia in modo tale da scongiurare il rischio contagio a danno di altri paesi. Come ha spiegato al termine del vertice il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, tra gli obiettivi del nuovo piano c’è quello di migliorare la sostenibilità del debito greco, fermare il rischio contagio e rafforzare gli strumenti di gestione delle crisi.


Il secondo piano di aiuti a favore della Grecia approvato ieri, in particolare, accoglie le richieste avanzate nei mesi scorsi dalla Germania in quanto prevede una partecipazione del settore privato, una scelta che deriva soprattutto dall’esigenza di tranquillizzare l’opinione pubblica, sempre più preoccupata di dover pagare di tasca propria gli errori altrui. Il contributo volontario degli investitori privati, stimato in 106 miliardi nel periodo 2011-2019, si basa su una serie di opzioni, tra cui è incluso un rinnovo dei prestiti, uno scambio obbligazionario, e la vendita di titoli a prezzi scontati.

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Questo tipo di piano, tuttavia, secondo quanto riferiscono alcune fonti europee, include il rischio di un default selettivo della Grecia. Questo, tuttavia, dipenderà da come le agenzie di rating valuteranno le singole obbligazioni greche. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet non ha voluto commentare questa eventualità, limitandosi ad affermare di non voler anticipare un giudizio sui titoli greci e su un eventuale fallimento agli occhi delle agenzie di rating.

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Il pacchetto predisposto ieri dai capi di Stato della zona euro prevede diverse misure. Tra queste figura una riforma del fondo europeo di stabilità finanziaria Efsf in modo tale da consentirgli di acquistare obbligazioni sul mercato, compresi titoli di Paesi non interessati da un aggiustamento dei conti pubblici.

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