Scenario ancora più inflattivo per i beni a maggiore frequenza di acquisto.
Confermando le stime preliminari, l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha reso noto in data odierna che a dicembre 2011 l’inflazione ha fatto registrare un aumento anno su anno del 3,3%, e dello 0,4% rispetto a novembre del 2011.
Con questo dato definitivo, e relativo all’ultimo mese dell’anno, il 2011 si chiude con un’inflazione media al 2,8% che risulta essere quasi doppia in Italia rispetto all’1,5% medio registrato nel 2010.
► ECONOMIA ITALIANA TRA INFLAZIONE E PRESSIONE FISCALE
A fornire questa comparazione è stato allo stesso modo l’Istat che, inoltre, ha rilevato nello scorso mese di dicembre una dinamica dei prezzi in ascesa sopra la media per i cosiddetti beni a maggiore frequenza di acquisto. In tal caso, infatti, l’inflazione è aumentata a dicembre del 4,3% su base annua, e di ben mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente. Riguardo al livello annuo dell’inflazione 2011, al 2,8%, la Federconsumatori parla di un dato drammatico per le famiglie che nel 2012 rischia addirittura di aumentare in un range tra il 4% ed il 5%.
► SETTORI SU CUI INVESTIRE DURANTE L’INFLAZIONE
Con questo dato definitivo, e relativo all’ultimo mese dell’anno, il 2011 si chiude con un’inflazione media al 2,8% che risulta essere quasi doppia in Italia rispetto all’1,5% medio registrato nel 2010.
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A fornire questa comparazione è stato allo stesso modo l’Istat che, inoltre, ha rilevato nello scorso mese di dicembre una dinamica dei prezzi in ascesa sopra la media per i cosiddetti beni a maggiore frequenza di acquisto. In tal caso, infatti, l’inflazione è aumentata a dicembre del 4,3% su base annua, e di ben mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente. Riguardo al livello annuo dell’inflazione 2011, al 2,8%, la Federconsumatori parla di un dato drammatico per le famiglie che nel 2012 rischia addirittura di aumentare in un range tra il 4% ed il 5%.
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Questo in particolare rischia di accadere se non si prendono serie provvedimenti contro le speculazioni sui prezzi che salgono in un regime di consumi che in Italia da tempo sono stagnanti. Con un’inflazione sopra il 4% nel 2012 il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi dei lavoratori si ridurrebbe sensibilmente con conseguenze nefaste sui consumi e sui bilanci delle famiglie italiane. Ad incombere nei prossimi mesi, inoltre, è l’aumento dell’aliquota Iva ordinaria, dal 21% al 23%, che rischia di aggravare ulteriormente uno scenario già critico.