Gli investitori scommettono sul ribasso. Le prospettive del metallo giallo sono tutt'altro che positive.
L’oro si appresta a concludere il peggior mese dal giugno di due anni fa e le prospettive per il metallo giallo non sono certo delle migliori. Dopo aver lasciato sul terreno in ogni giorno di contrattazione di questo luglio, la pesantezza del clima intorno al lingotto emerge dalla notizia che dà Bloomberg sul fatto che per la prima volta dal 2006, quando le Autorità Usa hanno iniziato a raccogliere i dati, i fondi speculativi scommettono su un ribasso più che su una crescita del suo prezzo.
Gli hedge fund e gli altri investitori dalla mentalità mordi-guadagna-fuggi sono passati a detenere una posizione ‘corta’ sull’oro, quel che nel gergo tecnico rappresenta una scommessa sul ribasso dei prezzi, come mostrano i dati della US Commodity Futures Trading Commission alla fine della settimana del 21 luglio.
Venerdì, i future sul Comex sono calati ai minimi dal 2010 e gli scommettitori mostrano che il prossimo futuro riserverà probabilmente nuovi ritocchi all’ingiù. “Senza dubbio abbiamo assistito a un netto cambio delle predisposizioni degli investitori verso l’oro”, ha commentato all’agenzia Usa il gestore esperto di commodity Dan Denbow. A generare la fuga dall’oro è stata una serie di elementi. Il primo scossone di mercato si è visto alla riapertura dei mercati, lunedì, in Asia: un ribasso nettissimo generato dalla delusione per l’aver appreso che la Cina ha incrementato le sue riserve della metà di quanto ci si aspettasse. Non mancano per altro le anomalie in un movimento così marcato, dettato da una quantità di ordini con pochi precedenti e in un lasso di tempo brevissimo (una manciata di minuti). A ciò si unisce la prospettiva di rialzo dei tassi Fed: ormai gli economisti la danno probabile oltre il 50% al rientro dalle ferie (settembre) e ciò influisce sui prezzi delle commodity (il biglietto verde si apprezzerà con l’aumento del costo del denaro). Per gli osservatori, l’oro non sarà in grado di dare interessi pari ad altri strumenti in uno scenario di rialzi dei rendimenti.