Caso Alitalia

by Redazione Commenta

Tra poco verremo a sapere in che modo Alitalia dovrà virare per poter continuare a decollare, una frase..

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Tra poco verremo a sapere in che modo Alitalia dovrà virare per poter continuare a decollare, una frase un po’ contorta, ma è anche contorto il modo con cui un possibile acquirente dovrebbe comprare la compagnia aerea italiana. I debidi di Alitalia sfiorano i 380 milioni di euro che dovrebbero essere sostenuti da colui che riuscisse ad acquistarla. Un possibile acquirente potrebbe puntare sul numero di passeggeri annui che ormai supera i 28 milioni l’anno con un incremento di circa il 7% rispetto all’anno precedente, troppo pochi se si considerano gli oltre 20 mila dipendenti tra cui il più pagato amministratore delegato di una compagnia aerea del mondo (Cimoli) che per dimettersi ha chiesto svariati milioni di euro di buona uscita. Per cosa? Ma è chiaro…per essere riuscito a perdere 51 mila euro all’ora! Un jakpot non da poco..fatto sta che per ogni ora che passa, Alitalia perde..ma con questi numeri chi avrà intenzione di comprarla? Una soluzione potrebbe essere quella di frammentarla in più pezzi come Alitalia servizi, Alitalia Cargo, Alitalia express che a mio avviso è l’unico modo per non smantellarla. Che ne dite? In ogni caso c’è grande attesa per la prima assemblea (convocata per il 22 febbraio) e per la seconda (il 28 febbraio) utili per nominare il nuovo consiglio di amministrazione (guidato per il 49,9% dal Ministero del tesoro) in grado di chiudere il bilancio 2006 con conti in rosso per 380 milioni. Intanto per i 5 pretendenti all’azienda si presentano tempi difficili fino a metà aprile e durante questo lasso di tempo il Tesoro valuterà i piani di interesse proposti. I 5 investitori sono conosciuti e possiamo anche sapere chi sono: Ap Holding (di proprietà del presidente di AirOne Carlo Toto ombreggiato da Banca Intesa); il fondo salva-imprese di Carlo De Benedetti, Management & Capitali, Cerberus European Investments, Elq Investors e Lefinalc; Unicredit Banca Mobiliare, ovvero la banca di investimento del gruppo capitanato da Alessandro Profumo, e i fondi Texas Pacific Group Europe e MatlinPatterson. In queste due assemblee verrà anche dimesso l’amministratore delegato Cimoli.

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