Google, i profitti salgono a 1,48 miliardi di dollari

by Redazione Commenta

Il motore di ricerca più famoso al mondo ha reso noti i risultati relativi al secondo trimestre del 2009, dati che fanno pensare che per..

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Il motore di ricerca più famoso al mondo ha reso noti i risultati relativi al secondo trimestre del 2009, dati che fanno pensare che per Google forse la crisi non c’è mai stata.

Durante l’ultimo trimestre, infatti, Google ha registrato un utile di 5,52 miliardi di dollari, ossia una crescita del 3% su base annua. Un ottimo risultato, dunque, soprattutto perchè è superiore alle previsioni che attendevano un utile di 5,49 miliardi di dollari. Nonostante questo, però, Google si è detto non è ancora soddisfatto e ha affermato che il risultato, sebbene sia superiore alle aspettative, non è ancora in grado di assicurare che la crisi economica sia definitivamente finita.


I vertici di Google, infatti, hanno detto di voler essere cauti perchè è solo da qualche mese che i risultati hanno iniziato a stabilizzarsi. Eric Schmidt, ceo di Google, ha affermato: “solo un trimestre fa non sapevamo quando avremmo toccato il fondo“.

Nel secondo trimestre 2009 gli utili sono saliti a 5,36 dollari ad azione rispetto agli attesi 5,08 dollari ad azione mentre i profitti netti sono stati 1,48 miliardi di dollari contro gli 1,25 miliardi di dollari dello stesso periodo dello scorso anno.


I dirigenti di Google si sono detti ottimisti anche per quanto riguarda YouTube e hanno affermato di essere certi che ben presto i profitti arriveranno, soprattutto grazie ai nuovi formati pubblicitari, tra cui troviamo le cosiddette inserzioni pre-roll che compaiono prima di una video.

Questo, quindi, dovrebbe assicurare nuovi ricavi visto che la visualizzazione dei video in cui compaiono pubblicità nell’ultimo anno sono triplicate.

Google, ricordiamo, ha acquistato YouTube per 1 miliardo e 650 milioni di dollari, ma da tre anni anzichè guadagnare continua a perdere soldi, circostanza che secondo gli esperti è legata al fatto che la diffusione in streaming di milioni di video ha costi enormi e la pubblicità copre solo una piccola parte delle spese.

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